Sentieri che si biforcano al sorgere del sole…
DIR LORO
Dir loro che la terra non è in loro possesso,
dir loro che la gente non è il loro possesso.
Dir loro che le pietre hanno bisogno di essere libere.
Dir loro che il deserto solo conosce
i nomadi padroni del sole e del vento.
Dir loro che El Aaiun dorme
per restare incosciente.
Dir loro che chi nega
sarà negato dalla tenerezza di quelle voci malinconiche e assetate.
Dir loro che non c'è altra attesa
che l'attesa del rincontro rinato dalla polvere delle libertà.
Dir loro con la vostra forza di fuoco e amore
che siamo il popolo sahrawi.
Ali Salem Iselmu
***
IL MIO VERSO
Il mio verso parla per zittire
i botti che perforano
i timpani del silenzio.
Accarezza il tuo nome e si posa
sul tuo sguardo quale aquila ferita,
orfana di intensità.
Il mio verso cerca la tua storia;
si incontrano la mia memoria e il tuo cammino
per ripercorrere un'altra possibilità di amore.
Luali Lahsen
***
BEDUINO
Posso comprendere che la terra
giri intorno ad un asse,
che la luna brilli
perché esiste un sole,
che la pioggia cada dal cielo
e che poi la cerchiamo nella profondità
della terra.
Ma quello che non posso comprendere
sapendo che il cammello
è libero, padrone del vento e del miraggio,
è tenerlo legato all'immensità.
Saleh Abdalah
***
SOGNI
Sogni dall'altezza irraggiungibile,
galattici, impossibili
che rimbalzano contro
i muri dell'impotenza.
Sogni che crescono
abbandonati dal destino,
allattati dai tersi petti dell'ignoranza.
Sogni che sognano
sentieri che si biforcano al sorgere del sole.
Sogni che marciscono
furtivamente sulla soglia del presente
condannati a soccombere
sotto il peso dell'incertezza.
Sogni che vagano
clandestini peccando a notte fonda
e si confondono
con i folletti e gli spiriti del nulla.
Bei sogni
che mi fanno credere nella poesia,
innocenti, fragili, umili.
indifesi sogni di tutti i miei giorni.
Mohamed Salem Abdelfatah
***
MI FA MALE
Mi giungono lamenti lontani,
impercettibili sussurri
che lacerano il mio cuore.
L'angoscia pervade,
soffoca la mia anima ferita
e straripa il mio pianto.
Lacrime di impotenza
coprono i miei tristi occhi
e bruciano le mie guance.
Rumori estranei
mi giungono dal Sahara.
Laceranti gridi
giungono alle mie orecchie.
Sento nelle mie carni
la tortura ai miei fratelli.
Piango con il pianto dei bambini,
con lo stupro delle donne,
con il grido degli uomini.
Sento il dolore delle loro carni,
il sapore del loro sangue,
la paura dei loro sguardi.
Oggi piango
perché mi torturano,
perché mi violentano,
perché mi ignorano.
Bachir Ahmed Aomar
da
I poeti del Sahara Occidentale
Nessun commento:
Posta un commento