O strido che sgretola l'aria e insieme divide il mio cuore…
LE MANI
Queste tue mani a difesa di te:
mi fanno sera sul viso.
Quando lenta le schiudi, là davanti
la città è quell'arco di fuoco.
Sul sonno futuro
saranno persiane rigate di sole
e avrò perso per sempre
quel sapore di terra e di vento
quando le riprenderai.
***
VIAGGIO DI ANDATA E RITORNO
Andrò a ritroso della nostra corsa
di poco fa
che mai tanto bella ti sorprese la luna.
Mi resta una città prossima al sonno
di prima primavera.
O fuoco che ora tu sei
dileguante, o ceneri confuse
di campagna che annotta e si sfa,
o strido che sgretola l'aria
e insieme divide il mio cuore.
***
SE LA FEBBRE DI TE…
Se la febbre di te più non mi porta
come ogni gesto si muta in carezza
ove indugia un addio
foglia che di prima estate
si spicca.
Fatto il mio sguardo più tenero e lento
d'essere altrove e qui non è più teso.
Strade fontane piazze
un giorno corse a volo
nel lume del tuo corpo
in ognuna m'attardo in un groviglio
di volti amati
nel poco verde tra gli anditi bui
nel vecchio cielo diventato mite.
***
TERRAZZA
Improvvisa ci coglie la sera.
Più non sai
dove il lago finisca:
un murmure soltanto
sfiora la nostra vita
sotto una pensile terrazza.
Siamo tutti sospesi
a un tacito evento questa sera
entro quel raggio di torpediniera
che ci scruta poi gira se ne va.
***
GLI SQUALI
Di noi, che cosa fugge sul filo della corrente?
Oh, di noi una storia che non ebbe un seguito
stracci di luce, smorti volti, sperse
lampare che un attimo ravviva
e lo sbrecciato cappello di paglia
che questa ultima estate ci abbandona.
Le nostre estate, lo vedi,
memoria che ancora hai desideri:
in te l'arco si tende dalla marina
ma non vola la punta più al mio cuore.
Odi nel mezzo sonno l'eguale
veglia del mare e dietro quella
certe voci di festa.
E presto delusi dalla preda
gli squali che laggiù solcano il golfo
presto tra loro si faranno a brani.
Vittorio Sereni da Tutte le poesie ( 1995 )
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