Canto dei monaci ortodossi del Monte Athos
Ho finito il libro e ho messo il punto,
non ho potuto rileggere il manoscritto.
La mia sorte si è consumata tra le righe
mentre l'anima mutava la scorza.
E' così che il figliol prodigo si strappa la camicia dalle spalle,
è così che il sale dei mari e la polvere delle vie terrene
sono benedette e maledette dal profeta
andato da solo incontro agli angeli.
Sono colui che è vissuto nel proprio tempo
senza essere sé. Sono il minore della famiglia
degli uomini e degli uccelli, ho cantato insieme a tutti gli altri
e non lascerò il banchetto dei viventi:
blasone autentico del loro onore di famiglia,
vocabolario diretto dei loro legami alla radice.
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Sono un'ombra tra quelle ombre che una volta
bevuta l'acqua terrena non hanno spento la sete
e tornano sul proprio cammino pietroso
turbando i sogni dei vivi, per bere un po' d'acqua viva.
Come la prima nave dal grembo dell'oceano,
come la barca sacrificale che esce dal kurgan,
così io salirò sulla scala fino al gradino
ove m'attenderà la tua ombra viva.
- Ma se è una menzogna, se è una fola,
se non è un volto ma una maschera di gesso
a fissare ognuno di noi da sottoterra,
con le dure pietre degli occhi illacrimati...
Arsenij Tarkovskij da Stelle tardive
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