( da Elizabeth a Robert )
1 Maggio 1846
Il modo in cui mi scrivi! Esistono parole per rispondere a queste... una volta lette le quali, chiudo gli occhi come smarrita, e penso alla cieca... o non penso - certi momenti sono più profondi di dove
arriva il pensiero. Mio unico amore, è così per me...per un miracolo mi trovo nel tuo amore, e poiché esso mi avvolge e mi copre, proprio per questo non riesci a vedermi!
Dio conceda che tu non mi veda MAI - perché allora saremo entrambi " felici", come dici tu, e io nell'unica maniera possibile, stanne pur certo. Nel frattempo, fai molto bene a non speculare su come rendermi felice...il tuo istinto sa, anche se tu non lo sai, che è
implicito nella tua felicità... o meglio ( per non assumere un
atteggiamento magnanimo ), nel mio modo di intendere la tua felicità mentre sei con me. Per come mi vede Dio, e per come conosco i moti del mio animo, posso affermare che dal primo momento in cui siamo stati qualcosa l'uno per l'altra, non ho mai
concepito altrimenti la felicità...non ho mai neppure pensato di essere felice attraverso di te o grazie a te o in te - il tuo bene era tutta la mia idea di Bene - e ancora lo è. Talvolta sento donne che dicono dell'uomo che amano : " Uno così mi renderà felice, ne sono certa ", oppure " Sarò felice con lui, credo", o ancora " E' così buono e affettuoso che nessuno deve temere per la mia felicità".
Ora, che ti piaccia o meno, ti dirò che non ho mai avuto simili pensieri sul tuo conto, né mai - per un momento- ti ho rivolto simili lodi. Non so perché...o forse sì... ma non potrei pensare a te in questo modo...non ho tempo né fiato, tanto varrebbe che suonassi la chitarra mentre tuona. Perciò sii felice, mio carissimo... e se
dovesse valere la pena di pensare che " non puoi stare da solo"
così, puoi pensare anche questo. La tua natura è profonda e intensa al punto che per te sarebbe impossibile amare al modo degli altri uomini debole e imperfetto, e il tuo amore - che si manifesta come il tuo genio - può essere così magnifico da renderti felice, forse. Questo è il mio sogno, o meglio, il mio calcolo, nei miei momenti di maggiore felicità. Dio ti benedica.
Supponi che io ti leggessi negli occhi che non fossi felice con me
- tu credi che possa fare a meno di tali pensieri? Tu potresti fare a meno di essere infelice?. La stessa parola " infelicità" implica che non se ne possa fare a meno. Ora perdonami la cattiveria, perché ti amo e non ho mai amato altri che te...e perché ho promesso di non andare in Italia con la signorina Bayley...prometto.
Ah, se tu potevi fingere di nutrire questo timore, di fatto io ho il diritto di temere, senza alcuna finzione... Io, che sono una donna e ho paura dei fulmini. E nota l'assurdità. Se non andassi in Italia con te, la ragione sarebbe la tua mancata decisione - e se tu non decidessi, io non deciderei... Non vorrei vedere l'Italia senza i tuoi occhi - credi che potrei? Perciò, se la signorina Bayley mi porterà in Italia con un volume dei poeti ciclici, sarà una Ba senza vita, stretta fra le pagine del libro. Hai parlato di una certa Flora,
ricordi, nella prima lettera che ho ricevuto da te.
Peccato per William Howitt! Come hai ragione sempre!
Però non proprio sempre, caro, carissimo amore, sfortunatamente per la tua
Ba
Dimmi come stai, ti supplico e sul serio! Oggi sono scesa al piano di sotto perché il vento è cambiato, e per questo sto meglio.
Quante parole per un postino - o forse anche per te!
Elizabeth Barrett & Robert Browning da D' amore e di poesia (lettere 1845-1846)
Nessun commento:
Posta un commento