mercoledì 22 marzo 2017

SULLA POESIA EROTICA 3 ( Alfredo De Palchi )



" Ci sono autori - secondo la mia lunga esperienza in merito all'
   amore erotico - che conoscono in dettaglio le parti femminili più
   concentriche e sensibili che spaziano il corpo. Complimenti, se le
   inseguono come le spiegano : ma erotismo è molto di più del
   mero meccanismo. E' ciò che penso - ad esempio - dopo aver 
   letto i due volumi di Giorgio Baffo ( di lusso e numerati ): troppa
   stessa mercanzia: tete, mona, culo. Non ho fatto che ridere
   rileggendo il mio dialetto: dopo pagine e pagine di variazioni
   non dissimili e di frettoloso, normale consumo maschile, ho
   chiuso la lettura : la noia è subentrata al divertimento del mio
   ridere. Non c'è altro, almeno per me, molto ma molto
   eroticamente addestrato, maestro considerato dalle poche donne
   amate. E come il poeta è - natura - altrettanto la poesia erotica è-
   natura -. Non si diventa."

                 (  Alfredo De Palchi )

                                                            ***


LA CHIAREZZA DELLE ACQUE MI RIGENERA

puro nel fiume che dalla cima del tuo corpo
sorge a zampilli a gorghi a rivoli veloci,
ramificandosi in tributary di pendii e di braccia
che crocifissi in attesa;
e nel suo letto di ciottoli sabbie e curve ti leviga
le mammelle a fioriture di gigli acquatici,
cedevoli nella piana acquifera che freme fino alle anche scarne,
arrivando a estuare spalancato all'ambra
delle tue riviere imponenti - l' Adige
è il tuo corpo sinuosamente asciutto, potente
vortice che accoglie la mia bocca di sete.


                                                                  ***


POTESSI SCATENARTI...

nella camicia da notte i fianchi prensili
con la lontananza che si espande a un tuo universo
di allergie e di capelli seralmente selvatici - sai,
voglio sedurti con la mente
centrata sul triangolo vivamente muschiato
che mi aspira dentro la costellazione nera;
sono il fiato che scotta il taglio rosso,
la verticalità vertiginosa; sono la lingua
che flessibilmente accede per le cosce guizzanti
come carpe nel fondale di melma dove fa luce la fica,
per le gambe che si disegnano ad arco
scendendo ai piani intensi di febbre.
Potessi scatenarti nella spiritualità del tuo corpo distante
l'entusiasmo, e ancora leccarti là
e là, fino a bocca sazia o consumata.


           Alfredo De Palchi   da      Inediti , Gennaio 2000




2 commenti:

  1. Gli ultimi versi della seconda poesia mi ricordano molto J. Prevert. Ma potrei sbagliarmi!

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  2. Non me li rammento, ma ti credo sulla parola!
    Si sente comunque che c'è una passionalità intensa unita ad un " amore quasi sacrale per il corpo", il che non vuol dire che manchi di anima...

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