I nomi si raccontano nella loro nudità…
Ancora un'ansia di parole
si aggrappa agli stipiti
oltre il vedere e il sentire.
Svelarmi, svelarti
nel buio dell'esistere
oltre ogni trama di percorso,
oltre ogni capacità della mente
le domande ad accogliere
ultime e prime.
***
Ogni giorno ci trasforma :
tu appari ciò che non eri,
io scopro margini nuovi
irraggiungibili.
E' dolorosa la natura fossile dei giorni
che non sono più,
i segnali delle promesse,
la luce degli amori,
l'oscura eccitazione della mente.
***
Spiegami questo dolore
che dentro di me impazzisce
logorando il pensiero,
dagli un volto, una luce
che lo colori del senso della terra,
della saggezza del cielo.
Accogli questa mano di pietra
e dalle il senso dell'intelligenza.
Ancora ascoltami, tu che ti nascondi
nel silenzio:
spogliati della nube che ti copre,
ed esci dalle forre della notte.
***
Traducimi tu l'imperfetto dei giorni,
quella corsa nel prato dove sorrido bambino,
e quel fuoco acceso da un'estate infinita;
quel movimento dei visi fissati
per sempre in uno sguardo,
e gli attimi, le cesure, le derive -
Che cosa è vivo in me,
che cosa è morto?
E dove sono i nessi
che il pensiero cerca sulla fronte?
Poi anche l'oggi traducimi,
tutto il precipitare degli occhi
negli orizzonti persi.
***
Seduto sulla soglia,
sento che il tuo silenzio non è un inganno,
ma la trama segreta di un racconto
e scopro che vocaboli nuovi
attraversano i luoghi del silenzio
per un dono di vicinanza e di ascolto.
I nomi si raccontano
nella loro nudità.
Una leggera brezza
trasporta un appello di preghiera,
spezza la distanza.
***
Di fronte a te
duole l'infermità costante della mente
ferma nel suo cerchio,
ma è stupendo il vivere la terra,
il sangue che accelera il suo corso.
Il lampione acceso sulla via
è segno di speranza,
un punto che chiama, quasi una voce
giocoliera di luce nel mio cerchio.
Bruno Piccinini da E ancora ti parlo
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