sabato 23 maggio 2020

LA BELLEZZA DI PAOLA




                                           Noi più fragili dei mutamenti...


Il mio era come  
un ritrarmi attorno
a fondi di bicchieri ad angoli di carta
i pugni nel cassetto.


                                 ***

Sono presa dalla voglia di lasciarmi attraversare
dalla nebbia mattutina della tua morte
a volte questo è il refrigerio
del ferro incandescente dentro l'acqua.


                                 ***

E FORSE IO CHIAMO AMORE

I

Il muro è così gonfio di fili d'erba la pioggia 
si è fermata sulle punte ed è senza ricompensa
l'ostinata goccia che prima di cadere prima s'asciuga.



II

Nulla ci deruba di più della presunzione di essere come di non essere

qualcuno.

Se ci hanno dato un nome e ce l'hanno dato
prima lo portiamo e solo lentamente poi
ci chiamiamo.



III

Davvero gli affetti ci legano ai nostri pensieri
ma siamo sempre noi che scegliamo di rimanere legati
noi più fragili dei mutamenti
quante volte prima delle frasi abbiamo chiesto confini
un rimprovero che ci desse dei limiti.

Abbiamo chiamato nella distanza
che ci separa che ci tiene in salvo la vita
altre hanno chiamato amore quell'esserci toccati
senza ritrarci per aver affondato le mani
nella schiuma.

Alcuni di noi riconoscono solo parenti.



IV

E' un corvo che sta a guardia delle case
perché il corvo torna sempre sulla stessa antenna
allunga il collo e quando gracchia
quello che striscia sotto è solo putiferio.



V

Quello che abbiamo già fatto è più avanti di noi

guarda solo come avanza il privilegio di mute rivoluzioni certe.



VI

Sempre ci salva un poco quel che accade
l'acerba giovinezza i suoi segnali.

Certe inconfutabili passioni certe attrazioni certe
esistenze di cui eravamo fatti.
Attesa allora è solo che svanisca
l'idea di possedere
per essere di nuovo
ciò che siamo.



VII

Forse quel muro ormai così gonfio di fili d'erba è qui per lasciarci
divenire
una volta che ci siamo toccati senza ritrarci
per aver affondato le mani nella schiuma

noi melograni d'amore spaccato.

Ma cos'è l'amore che così dobbiamo chiamare tra noi il riconoscerci
sempre parenti
o così abbiamo chiamato il nulla o quel tempo e quello spazio
dove l'acqua e la terra divengono fango.



VIII

Davvero il cuore è l'unico animale che ci ha fatto uguali e possibili alimenti
per altre vite che a noi è sempre piaciuto immaginare giganti.

Davvero il cuore è l'unico animale che ci ha fatto uguali
alle stelle.



IX

E forse lo chiamano amore qualsiasi cosa che si muova
anziché cade.

Se camminiamo è il possesso dell'amore a tramontare
tramonta dietro i corpi e noi lasciamo che i nostri corpi non siano soltanto persone.




            Paola  Febbraro   da     Turbolenze in aria chiara

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