sabato 23 maggio 2020
IL SACRIFICIO DEL PIU' DEBOLE 2
" Un giovane cammina più veloce di un anziano.
Ma è l'anziano che conosce la strada "
( Proverbio africano )
Roma, Aprile 2020
(...) La morte è solitudine? certo, si muore da soli. Ma il punto
delicato non è la fine che cancella ogni pensiero e ogni dolore,
ma il momento di passaggio. Il modo di partecipare al
trapasso - come raccontano gli antropologi - è una cerimonia
culturale che narra il carattere e l'identità di un popolo.
Ricordo un giorno che, con Moravia a Pasolini, siamo capitati,
viaggiando con le nostre Land Rover fuori dagli itinerari
turistici, in un villaggio africano in cui si stava officiando la
cerimonia per la morte di un importante personaggio. Potete
immaginare la nostra sorpresa quando abbiamo visto che il
morto era lì in mezzo ai suoi compaesani,vestito di tutto punto,
seduto con la schiena appoggiata a un grosso mango. E c'era
un santone che lo interrogava: " Perché sei morto? " gli
chiedeva. Poi tirava un poco la manica del defunto e secondo
come gli cadeva la testa, da una parte o dall'altra, il santone
interpretava la risposta. Poi pronunciava delle parole a voce
alta e i paesani intorno acclamavano o scuotevano il capo con
disapprovazione. Siamo rimasti lì, immobili e sorpresi, ad
osservare quella curiosa e surreale cerimonia, in disparte per
non disturbare, ma abbastanza vicini per assistere a tutto l'
evento.
Nel mondo contadino, anche da noi, sebbene non si interrogasse
il morto,il lutto veniva condiviso e in qualche modo festeggiato:
si mangiava per ribadire l'importanza della vita, si beveva per
calmare il dolore, si parlava al moribondo per raccomandargli
di stare bene e tranquillo nel paradiso che si era meritato. I
bambini poi erano in prima fila ad assistere alla cerimonia e
non venivano allontanati come si fa oggi con l'idea che non
debbano essere turbati. Senza pensare ai turbamenti che li
assalgono nei continui rituali di morte violenta che vengono
loro propinati dai fumetti e dalle immagini in video.
Nell'iconografia attuale i morti fanno paura, sono visti spesso
come esseri ostili e maligni, i cosiddetti morti viventi, che
vogliono succhiare il sangue dei vivi : insomma, dei vampiri.
E questo non ci fa bene, perchè il rapporto coi morti è
importante per i vivi. Un Paese che non conserva un buon
rapporto con i morti, cancella il suo rapporto più profondo con
la memoria . (...)
Dacia Maraini da C'è un posto nel mondo... Siamo noi
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