Si ascolta prima di decidere la corsa...
QUESTO E' IL PRIMO NUMERO DELL'ANNO
Questo è il primo numero dell'anno.
Le braccia concave lasciate sui ginocchi
come una posa d'opera.
L' autista che ha concluso il giorno.
Il passo fragoroso dell'età
che ci arrotonda e stanca.
Tanto che ci si ferma e si ascolta
prima di decidere la corsa.
***
L'ACCENTO
Si è come gli alberi infilati,
questo sì. Sotto, l'asfalto
che diradica e indosso
le cortecce da sbalzare.
Dicevamo di noi - un tempo -
con quell'accento allegro
che colora e solo la realtà
può fare lingua.
***
L' IMPAZIENZA
Così mi sto accorgendo
di non avere più quella
impazienza
che c'era da bambini a mezza sera:
di qua l'affanno live delle biciclette
appena smesse; di là
la soffice inquietudine
dell'ombra.
***
L' OTTAVO MESE DELL' ANNO
Giocavamo a pétanque sotto il sole.
Ricordo questo: di quando mi venne dato conto
dell'assenza.
Era un borgo non grande, ma con la ghiaia
aperta perché le bocce potessero brillare.
Allora,
misi tutto il mio gesto in quella busta.
***
TERRA TRA LAGO E CONFINE
Ed anche pensavo a quell'attesa,
all'aspetto nostrano della danza, quel
pas de deux del gesto quando prima di me
passavi a salutare l'altra porta.
Morire è un niente. Succede così,
che si va via una sera e ci si
attesta.
***
OGNI TANTO CAMBIANO LE IMMAGINI
Ogni tanto cambiano le immagini:
è un defluire scostante e senza tempo
come di chiodi che ci sono
appartenuti.
E - vedi?- Ci meravigliano le pietre
e le parole, i nostri
corpi negli occhiali, il fiotto scuro,
le pareti, le strade
gettate alla rinfusa sopra
i letti.
Luca Lanfredi da Il tempo che si forma
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