Chissà se tu rammenti la mia voce...
UN SEGNO CON L'UNGHIA
Di questa terra di uve soavi
- cuore - ti scorderai,
dell'erba che tremava al soffio della luna,
delle corse, dei baci, dei mandolini.
Sulla tua soglia, ora che il tempo s'inferocisce,
non son rimaste che rondini uccise
e cenere di passi, cenere di parole.
Richiudi - o cuore - il libro del tuo giorno:
accanto a un viso fa' un segno con l'unghia.
***
BESTIARIO
Un gallo facinoroso
è il sole dentro il tuo pugno:
fa subbuglio di piume d'oro.
Ma nell' ingannevole acqua
delle tue palpebre piomba
un bruno falco; s'acquatta
un'atterrita colomba.
***
EINE KLEINE NACHTMUSICH
La musica ci giunge dalle terrazze
lontane, stesi così sulla sabbia,
coi capelli confusi e felici,
fra muraglie di bianco diluvio,
così sorpresi d'esistere in due
sotto la coltre benigna dell'aria,
disincarnati e carnali, perfetti
come due palme nude, unite.
***
PAESE
Nel guscio dei tuoi occhi
sverna una stella dura, una gemma eterna.
Ma la tua voce è un mare che si calma
a una foce di antiche conchiglie,
dove s'infiorano mani e la palma
nel cielo si meraviglia.
Sei anche un'erba, un'arancia, una nuvola...
T' amo come un paese.
***
S' IO SAPESSI CANTARE...
S'io sapessi cantare
come il sole di giugno nel ventre della spiga,
l'obliquo invincibile sole,
s'io sapessi gridare
gridare gridare gridare come il mare
quando s'impenna nel ludibrio d'aquilone;
s'io sapessi, s'io potessi
usurpare il linguaggio della pioggia
che insegna all' erba crudeli dolcezze...
oh, allora ogni mattino,
e non con questa voce roca d' uomo,
vorrei dirti che t'amo
e sui muri del mio cieco cammino
scrivere la letizia del tuo nome,
le tre sillabe sante e misteriose,
il mio sigillo di nuova speranza,
il mio pane, il mio vino,
il mio viatico buono.
***
LA FESTA
La festa abbaglia ancora i tuoi balconi
e il mare, sale una rosa di luce
antica sul tuo viso, ogni bengala
nel giro negro e veloce degli occhi
ti si ripete, e la musica fiera
degli spari: chissà se tu ripensi
il tuo cuore d'altranno, e le parole
che ci gridammo d'amore, sospesi
sui colori violenti della folla,
chissà se tu rammenti la mia voce.
Gesualdo Bufalino da L'amaro miele
Amo Bufalino, lo sai e l'amaro miele è il giusto preciso della sua lettura dalle Dicerie dell'untore alle Menzogne della notte...
RispondiEliminaSì, sì..lo so bene che Bufalino è fra i tuoi preferiti...
RispondiEliminaE- per dirla tutta - le sue liriche hanno tutta la forza aspra della Terra di Sicilia, il profumo delle zagare e la dolcezza delle mandorle...
Grazie per la visita.