venerdì 22 novembre 2019
TI LASCIO DORMIRE 3
(…) Lì per lì, all'arrivo sul sacro suolo sognato da mia madre, non
ci attendeva l'abbraccio di Dio, e che smarrimento!, ma l'
uniforme per gli uomini e le baracche bollenti per le donne,
non tanto migliori di quelle dei profughi d'oggi, e il mio cuore
è collassato. Non capivo neppure dove fossi ( in un paese
sbagliato ? ),né mi rendevo conto dei problemi del Paese,come
non capivo quando limitarmi nei racconti con te, nel mio
bisogno di dire e ridire senza fine - perché quel vissuto non ha
fine, né sufficienti e adeguate parole -.
Non ti chiedo di perdonarmi, perché so che non l'avresti mai
voluto, anzi, chi si sentiva in colpa per me, per tutto, eri tu,
sempre tu. Forse è proprio questo che inconsciamente ti ha
turbato: mi chiedevi spesso perdono durante la tua lunga
malattia, nei rari lampi di lucidità mentale, mentre mi stringevi
un po' più forte la mano, e io la tua, come a dirti : " sì, sì,
tutto bene, stai tranquillo, sereno, riposa…" e chiudevi gli
occhi pian piano come un bambino assonnato che non vuole
perdere di vista la madre. (…)
Edith Bruck da Ti lascio dormire
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