Stagioni giapponesi
Inspirare, espirare
procedere, indietreggiare,
venire al mondo e morire
come due frecce librate
l'una verso l'altra
che a mezza via
s'incontrano nel vuoto,
anch'io faccio ritorno
al mio non luogo.
Gesshu Soko ( Primo mese del nono anno Genroku - 1696 )
L'immagine delle due frecce allude a un testo taoista del IV secolo a.C. in cui due maestri arcieri di incommensurabile bravura si sfidano all'ultimo sangue : " I due si incontrarono in aperta campagna e tirarono l'uno contro l'altro. Le loro frecce si incontravano a mezz'aria e cadevano al suolo senza neanche sollevare la polvere ".
Nello stesso modo, gli opposti si incontrano, diventando una cosa sola nel grande Vuoto che tutto contiene. Il riempirsi e il vuotarsi, l'inspirare e l'espirare che si verificano nel corpo, sono in armonica comunicazione con i corrispondenti movimenti del Cielo e della Terra. Anche vita e morte cessano di contrapporsi, egualmente trascese da questo maestro zen, che si prepara a seguire gli alterni cicli del cosmo.
***
Più del fiore
che il vento inebria
col suo fiato,
a malincuore rinuncio
a quel che mi resta
di primavera .
Asano Naganori ( Terzo mese del quattordicesimo anno Genroku - 1701 )
Asano Naganori, Signore di Ako, è il daimyo che ispirò uno storico gesto, entrato nella leggenda come il simbolo stesso dell'etica samurai. La vendetta dei quarantasette ronin, soggetto di un vasto repertorio di drammi teatrali, ha il suo antefatto nel 1701 nel castello di Edo, dove Asano,sentendosi offeso dall'atteggiamento sprezzante di un altro ufficiale, non può fare a meno di sguainare la spada e colpire chi ha offuscato il suo onore. Ma nel castello è rigorosamente proibito l'uso delle armi, così che Asano è costretto a punirsi con un seppuku il giorno stesso, mentre le sue terre vengono confiscate.
Il poeta Okano Kaneide, successivamente accostò il gesto eroico a un inatteso effluvio di fiori di susino nel torpore dell'inverno :
Una fragranza,
come di un susino solitario
nella distesa di neve.
***
Cambio di guardaroba:
è tempo che mi prepari al viaggio
per il paese ignoto.
Oyodo Michikaze ( Primo mese del quarto anno Hoei - 1707 )
In questo haiku, la nota stagionale è suggerita dal cambio di guardaroba ( koromogae ) con cui si ripongono gli abiti pesanti per far posto all'abbigliamento leggero dell'estate. Per comprendere fino in fondo lo stato d'animo del poeta, bisogna considerare che - fin dall'antichità - questo piccolo rito domestico è associato in Giappone a un senso di rimpianto per la stagione che si lascia. Nell'immaginario giapponese l'estate, che soprattutto nell'area di Kyoto porta un clima torrido e molto umido, non ha mai goduto del favore concesso invece alla primavera.
Lo esprime bene questo Tanka del X secolo :
Ah, dover lasciare
queste maniche intrise
del colore dei ciliegi!
Così penso m'è oggi
il cambio di guardaroba…
***
S'estingue
il vento freddo d'inverno
nello sciacquio del mare.
Ikenishi Gonsui ( Nono mese del settimo anno Kyobo - 1722 )
In questo haiku, il poeta raccoglie in un'immagine folgorante il senso della vita e della sua fine. Scolpiti sulla stele di pietra della sua tomba, i tre versi hanno esercitato un'inattesa influenza su diversi poeti moderni e contemporanei, tra cui Yamaguchi Seishi che vi si ispira per un pensiero sui kamikaze della seconda guerra mondiale .
Corre verso il mare
il vento freddo d' inverno,
né fa ritorno.
***
Rendo la terra
e l'acqua il fuoco l'aria
che mi sono stati prestati.
Chi non possiede niente
non ha rimpianto.
Myakawa Shoken ( Secondo mese dell'undicesimo anno - 1726 )
Questo jisei, che sa di taoismo, vuole forse distillare nei suoi brevi versi la lunga saggezza del suo autore : Shoken, morto alla veneranda età di novantacinque anni dopo una vita dedicata alla poesia, applica a se stesso la Legge del Mutamento, scoprendo con invidiabile imperturbabilità, di non essere mai stato se non una momentanea miscela di elementi, destinati a slegarsi presto per ricomporsi in nuove forme.
Jisei ( Poesie dell'addio )
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