venerdì 19 giugno 2020

LA CANZONE DEL PADRE DI LUCA




                                Oggi continuo a cercarti con le vene fuori dai polsi...



A mia madre piangevano le ossa.

Il volto le restava asciutto
ma il corpo si faceva più corto
per fuggire senza indietreggiare
vicino a un uomo fatto di rumore.

Io ero un pannello fonoassorbente
come quelli ai lati delle autostrade.

I nei allargarono i fianchi
diventando adesivi di rondini
e rimasi a reggere una primavera
che né odorava né intiepidiva


                                               ***

La tua mente piena di crepe
si è rotta un giorno d'estate
quando uno stupido incidente
ti ha svelato che esisteva la morte.

Tua sorella si è spenta
dopo due anni di coma
e il fumo della sofferenza 
ti ha scardinato la bocca.

Sembravi un uccello implume
che elemosinava cielo e calore
e la carità per il tuo stomaco
giunse sotto un tappo di sughero.


                                         ***

Un alcolizzato lo riconosci
da come sfugge ai pasti
quando l'istinto di mangiare
viene rapito da quello di bere.

Il suo corpo arreso
è un vecchio adesivo
incollato ai bar della piazza
su cui non si legge più nulla.


                                        ***

L'ospedale era una sala giochi
dove morivi e rinascevi.

La tua energia lampeggiava
come il neon nella sala d'attesa
mentre anch'io giocavo me stesso
in uno schema dove tu eri il mostro.


                                          ***

Come galli da combattimento
abbiamo obbedito all'odio
che circondava  la nostra mente
agitando le sue unghie sporche.

Non è vero e non è giusto
dire che solo noi abbiamo perso
perché in quel momento folle
c'è stata un'epidemia di sconfitte.

Hanno perso le sedie
e i quadri di marine.

Hanno perso i biscotti
e le scintille dei fornelli.

Hanno perso i lampadari
e i libri magri dei poeti.


                                           ***

Hai cercato di morire
gettandoti nel mare
e per farlo hai scelto
la città che più odio.

Solo adesso capisco
che non era un dispetto:
volevi essere certo
che non ti avrei visto.

Volevi essere sicuro
che non avrei inseguito
il verticale velo di schiuma
di chi con un abisso si sposa.


                                             ***

Psichiatria è un reparto
che non conosce il silenzio.

E' un bosco di cemento
dove si caccia tutto l'anno.

Tu avevi il collo dei cervi
dopo l'esplosione dei fucili
e nelle geometrie delle mattonelle
cercavi una croce per la tua carne.


                                                ***

Te ne sei andato di casa
mentre ero girato di schiena.

Ti tendeva il corpo 
lo stesso eccitamento
di chi corre a trovarsi un riparo
iniziando a sfidarsi a nascondino.

Oggi continuo a cercarti
con le vene fuori dai polsi:
amare è un atto tremendo
se tutto diventa un rasoio.




                    Luca  Bresciani    da     Canzone del padre


Nessun commento:

Posta un commento