mercoledì 17 giugno 2020

CANZONI PER ANNINA




                                          Tu sai cosa darei se la incontrassi per strada...


PREGHIERA

Anima mia, leggera
va' a Livorno, ti prego,
e con la tua candela
- timida - di nottetempo
fa' un giro; e, se n'hai tempo,
perlustra e scruta, e scrivi
se per caso Anna Picchi 
è ancora - viva - tra i vivi.

Proprio quest'oggi torno,
 deluso da Livorno.
Ma tu, tanto più netta
di me, la camicetta 
ricorderai, e il rubino
di sangue, sul serpentino
d'oro che lei portava
sul petto, dove s'appannava.

Anima mia, sii brava
e va' in cerca di lei.
Tu sai cosa darei
se la incontrassi per strada.


                                            ***

L'USCITA MATTUTINA

Come scendeva fina
e giovane le scale, Annina!
Mordendosi la catenina
d'oro usciva via
lasciando nel buio una scia
di cipria, che non finiva.

L'ora era di mattina
presta ancora albina.
Ma come s'illuminava
la strada dove lei passava!

Tutto Cors' Amedeo,
sentendola, si destava.
Ne conosceva il neo
sul labbro, e sottile
la nuca e l'andatura
ilare - la cintura
stretta, che acre e gentile
( Annina si voltava )
all'opera stimolava.

Andava in alba e in trina
pari a un'operaia regina.
Andava col volto franco
( ma cauto, e vergine, il fianco )
e tutta di lei risuonava
al suo tacchettìo la contrada.


                                              ***

LA GENTE SE L'ADDITAVA

Non c'era in tutta Livorno
un'altra di lei più brava
in bianco, o in orlo a giorno.
La gente se l'additava
vedendola, e se si voltava
anche lei a salutare,
il petto le si gonfiava
timido, e le si riabbassava,
quieto nel suo tumultuare
come il sospiro del mare.

Era una personcina schietta
e un poco fiera ( un poco
magra ), ma dolce e viva
nei suoi slanci, e priva
com'era di vanagloria
ma non di puntiglio, andava
per la maggiore a Livorno
come vorrei che intorno
andassi tu, canzonetta:

che sembri scritta per gioco
e lo sei piangendo: e con fuoco.


                                            ***

PER LEI

Per lei voglio rime chiare,
usuali : in - are.
Rime magari vietate,
 aperte: ventilate.
Rime coi suoni fini
( di mare ) dei suoi orecchini.
O che abbiano - coralline -
le tinte delle sue collanine.
Rime che a distanza
( Annina era così schietta )
conservino l'eleganza
povera, ma altrettanto netta.
Rime che non siano labili,
anche se orecchiabili.
Rime non crepuscolari,
ma verdi: elementari.


                                           ***

EPILOGO

Annina è nella tomba.
Annina - ormai - è un'ombra.
E chi potrà più appoggiare
l'orecchio al suo petto, e ascoltare
come una volta il cuore,
- timido - tumultuare?




                       Giorgio Caproni     da    Il seme del piangere



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