venerdì 26 giugno 2020

IL CIELO ( nuvoloso ) DI PATRIZIA




                                            E nessuno mi chiama per pranzo e per cena...


Adesso che il tempo sembra tutto mio
e nessuno mi chiama per pranzo e per cena,
adesso che posso rimanere a guardare
come si scioglie una nuvola e come si scolora,
come cammina un gatto per il tetto
nel lusso immenso di una esplorazione, adesso
che ogni giorno mi aspetta
la sconfinata lunghezza di una notte
dove non c'è richiamo e non c'è più ragione
di spogliarsi in fretta per riposare dentro
l'accecante dolcezza di un corpo che mi aspetta,
adesso che il mattino non ha mai principio
e silenzioso mi lascia ai miei progetti
a tutte le cadenze della voce, adesso
vorrei improvvisamente la prigione.


                                               ***

Essere testimoni di se stessi
sempre in propria compagnia
mai lasciati soli in leggerezza
doversi ascoltare sempre
in ogni avvenimento fisico chimico
mentale, è questa la grande prova
l'espiazione, è questo il male.


                                               ***

Guardate come lei si lascia catturare
dal bastone che si muove, dalla minuscola mossa
d'ala d'ogni mosca, dal rumore
di ogni porta che si apre.
E quando si mette sulle mie ginocchia
sembrerebbe per sempre, le unghie
quasi conficcate nella carne. Ma se passa
un uccello alla finestra, addio baci,
addio carezza, lei vola via.
E poi - forse - ritorna.


                                              ***

Addosso al viso mi cadono le notti
e anche i giorni mi cadono sul viso.
Io li vedo come si accavallano
formando geografie disordinate:
il loro peso non è sempre uguale,
a volte cadono dall'alto e fanno buche,
altre volte si appoggiano soltanto
lasciando un ricordo un po' in penombra.
Geometra perito io li misuro
li conto e li divido
in anni e stagioni, in mesi e settimane.
Ma veramente aspetto
in segretezza di distrarmi
nella confusione perdere i calcoli,
uscire di prigione,
ricevere la grazia di una nuova faccia.


                                                  ***

Quella nuvola bianca nella sua
differenza
insegue l'azzurro sempre uguale:
lentamente si straccia nella
trasparenza
ma per un po' mi consola del vuoto
universale.
E quando cammino per le strade
e vedo in ogni passo una partenza
vorrei accanto a me un bel viso
naturale.


                                                ***

Per simulare il bruciore del cuore, l'umiliazione
dei visceri, per fuggire maledetta
e maledicendo, per serbare castità
e per piangerla, per escludere la mia bocca
dal sapore pericoloso di altre bocche
e spingerla insaziata a saziarsi dei veleni del cibo
nell'apoteosi delle cene quando il ventre
già gonfio continua a gonfiarsi;
per toccare solitudini irraggiungibili e lì
ai piedi di un letto di una sedia
o di una scala recitare l'addio
per poterti escludere dalla mia fantasia
e ricoprirti di una nuvolaglia qualunque
perchè la tua luce non stingesse il mio sentiero,
non scompigliasse il mio cerchio oltre il quale
ti rimando, tu, stella involontaria
passaggio inaspettato che mi ricordi la morte.

Per tutto questo io ti ho chiesto un bacio
e tu complice gentile e innocente non me l'hai dato.




                              Patrizia  Cavalli    da     Il cielo 


2 commenti:

  1. Ciao Buongiorno come stai? Sono brasiliano. Accetti uno seguendo il blog dell'altro? Possiamo essere amici (non c'è distanza per l'amicizia) e collaborare con i nostri blog. https://viagenspelobrasilerio.blogspot.com/?m=1

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  2. Ciao, Luiz.
    Se non sbaglio ( ma no, eri proprio tu...) mi hai già contattata un po' di tempo fa invitandomi a visitare il tuo blog dove sempre posti magnifiche foto del tuo Paese. In effetti ti ho anche fatto i complimenti per questo.
    Se ti fa piacere venire qui ( e io sul tuo Sito ) per scambiarci opinioni ( per l'amicizia non c'è distanza! ) io sono d'accordo.
    A presto.
    frida

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