Oggi continuo a cercarti con le vene fuori dai polsi...
A mia madre piangevano le ossa.
Il volto le restava asciutto
ma il corpo si faceva più corto
per fuggire senza indietreggiare
vicino a un uomo fatto di rumore.
Io ero un pannello fonoassorbente
come quelli ai lati delle autostrade.
I nei allargarono i fianchi
diventando adesivi di rondini
e rimasi a reggere una primavera
che né odorava né intiepidiva
***
La tua mente piena di crepe
si è rotta un giorno d'estate
quando uno stupido incidente
ti ha svelato che esisteva la morte.
Tua sorella si è spenta
dopo due anni di coma
e il fumo della sofferenza
ti ha scardinato la bocca.
Sembravi un uccello implume
che elemosinava cielo e calore
e la carità per il tuo stomaco
giunse sotto un tappo di sughero.
***
Un alcolizzato lo riconosci
da come sfugge ai pasti
quando l'istinto di mangiare
viene rapito da quello di bere.
Il suo corpo arreso
è un vecchio adesivo
incollato ai bar della piazza
su cui non si legge più nulla.
***
L'ospedale era una sala giochi
dove morivi e rinascevi.
La tua energia lampeggiava
come il neon nella sala d'attesa
mentre anch'io giocavo me stesso
in uno schema dove tu eri il mostro.
***
Come galli da combattimento
abbiamo obbedito all'odio
che circondava la nostra mente
agitando le sue unghie sporche.
Non è vero e non è giusto
dire che solo noi abbiamo perso
perché in quel momento folle
c'è stata un'epidemia di sconfitte.
Hanno perso le sedie
e i quadri di marine.
Hanno perso i biscotti
e le scintille dei fornelli.
Hanno perso i lampadari
e i libri magri dei poeti.
***
Hai cercato di morire
gettandoti nel mare
e per farlo hai scelto
la città che più odio.
Solo adesso capisco
che non era un dispetto:
volevi essere certo
che non ti avrei visto.
Volevi essere sicuro
che non avrei inseguito
il verticale velo di schiuma
di chi con un abisso si sposa.
***
Psichiatria è un reparto
che non conosce il silenzio.
E' un bosco di cemento
dove si caccia tutto l'anno.
Tu avevi il collo dei cervi
dopo l'esplosione dei fucili
e nelle geometrie delle mattonelle
cercavi una croce per la tua carne.
***
Te ne sei andato di casa
mentre ero girato di schiena.
Ti tendeva il corpo
lo stesso eccitamento
di chi corre a trovarsi un riparo
iniziando a sfidarsi a nascondino.
Oggi continuo a cercarti
con le vene fuori dai polsi:
amare è un atto tremendo
se tutto diventa un rasoio.
Luca Bresciani da Canzone del padre
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