giovedì 10 novembre 2016
COME FINI' LA STORIA FRA LOU SALOME' E NIETZSCHE? ( 2)
(...) Tutto cambiò alla fine del 1888, nei dolcissimi tramonti dell'
autunno di Torino: Nietzsche impazzì.
La notizia della follia di Nietzsche si diffuse rapidamente tra
gli amici e i conoscenti. Franz Overbeck lasciò la stazione di
Basilea la sera del 7 gennaio 1889 e il giorno seguente, dopo
diciotto ore di viaggio, era a Torino, cercando l'abitazione di
Nietzsche nella città sconosciuta. Voleva riportarlo a casa.
Finalmente riuscì ad entrare nella stanza dove Nietzsche
aveva pensato, scritto, riso e delirato per mesi. Stava
rannicchiato nell'angolo di un sofà, col volto terribilmente
emaciato. I due amici si abbracciarono lacrimando: poi
Nietzsche si lasciò ricadere sul sofà, sconvolto da sussulti di
pianto. " Forse proprio in quell'attimo ", scrisse Overbeck,
" gli si spalancò dinanzi l'abisso sul cui ciglio ora si trova, o
dove piuttosto è già precipitato.". Poi Nietzsche si sedette al
pianoforte, dove cantava a voce spiegata in preda alla
frenesia ed esaltandosi sempre di più. Proclamava di essere
" il pagliaccio della nuova eternità ", e rendeva la sua gioia
con le espressioni più triviali, o con balzi e danze scurrili, o
con smorfie da istrione. Overbeck ebbe un'impressione
atroce : quello spettacolo incarnava con terribile efficacia
l'idea orgiastica della follia sacra, sulla quale era fondato
il teatro antico. Adesso era tutto finito: quel possente mondo
tragi - comico - Eschilo, Aristofane, Le Eumenidi, Le rane,
Le nuvole - si esprimeva attraverso la sua scurrile
degradazione. Nel mondo moderno, Dionisio, l'antichissimo
dio dell'estasi e della lacerazione, era diventato pazzo.
Overbeck riuscì a portare l'amico in Germania e lì venne
rinchiuso dalla sorella in una specie di sacrario dove, il
25 agosto 1990 morì. (...)
Pietro Citati da Sogni antichi e moderni
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