mercoledì 30 ottobre 2024

NON ANDARTENE...

 


                                                                    Cimitero  di  Staglieno



Il poeta- in questa poesia - sembra inizialmente rivolgersi al lettore ( in realtà la lirica è stata scritta per la perdita del padre, morto di cancro ), quindi all' umanità intera, invitandolo a non accettare la morte in modo calmo e accondiscendente. Questo invito a non lasciare il mondo in modo pacifico e finanche rassegnato, si dimostra, allora, come un' esortazione a resistere, a non accettare il destino che incombe, a darsi da fare nella convinzione che anche le nostre ultime azioni possano migliorare il mondo. Dylan Thomas insiste nell'incitare il lettore a non lasciare questo mondo in modo rinunciatario, anche se l'evento finale dell'esistenza è paragonato a una notte buona e serena, a un momento opportuno. Bisogna, anzi, infuriarsi, scalpitare e in qualche modo contrastare quell' inevitabile declino della luce, quell' improrogabile ingresso nell' oscurità e nelle tenebre.





NON ANDARTENE DOCILE IN QUELLA BUONA NOTTE


Non      andartene

accondiscendente     in

quella notte serena.

I     vecchi   dovrebbero

bruciare e delirare alla fine

della giornata;

imperversa,   imperversa

contro il declino della luce.


Nonostante    i    saggi

sappiano che la tenebra è

appropriata alla fine dei

loro giorni,

poiché   le   loro  parole  non

hanno   provocato   alcun

fulmine,

non   se   ne   vanno  

accondiscendenti   in

quella notte serena.


Gli   uomini   onesti,

dall' ultima   onda, mentre

urlano quanto brillanti

le   loro  deboli   azioni

avrebbero   potuto  danzare

in una vecchia baia,

imperversano,

imperversano  contro  il

declino della luce.


 Gli   impulsivi   che

afferrano il sole in volo e

cantarono,

e impararono - troppo tardi -

d' averlo   afflitto   durante   il

suo corso,


non    se  ne  vanno

accondiscendenti   in

quella notte serena.


Gli    austeri,

all' approssimarsi   della

morte, che scorsero con

vista cieca

che   gli  occhi   appannati

potrebbero   brillare   come

meteore e gioire,

imperversano,

imperversano   contro   il

declino della luce.


 E   tu,  padre  mio,  là  sulla

triste altura,

maledicimi,   benedicimi,

ora,   con  le  tue  lacrime

imprecanti, ti prego.


Non    andartene

accondiscendente   in

quella notte serena.

Imperversa,    imperversa,

contro il declino della luce.




                           Dylan  Thomas  



2 commenti:

  1. In realtà siamo noi i non accondiscendenti, che rimaniamo abbracciati alla nostra impotenza, con le lacrime esaurite e la rabbia che ribolle e si dispera, a rimanere, lei, viva.

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  2. Il mio modo di vedere e " di sentire" , ( ma non potrò riferirlo ! ) il fine vita si discosta molto da quello del poeta. Forse perché sono credente, vorrei vivere quegli istanti con serenità, sapendo di essere accolta e abbracciata.

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