mercoledì 2 settembre 2020
SULLE QUESTIONI NATURALI
" Non ho voluto chiedere a Maddalena Lotter se, a proposito del
titolo scelto per questo mannello di poesie, vi fosse esplicito
riferimento alle Naturales questiones di Seneca.Certo, l'opera
è così famosa e Lotter così puntigliosa, che apparirebbe strano
trattarsi di pura coincidenza. Non l'ho chiesto - in ogni caso -
perché,a un suo diniego, avrei dovuto privarmi di un'indicazione
che a me pare ben funzionale a interpretare i suoi versi.
Lotter guarda la sua vita e quella degli altri, e quello che viene
alla parola dentro il suo sguardo è il persistere dell'infanzia, l'
incertezza della gioventù, la vicinanza assurda di una vecchiaia
da tutti rifiutata, la disputa dell'apparire con l'apparenza e con
la falsificazione che rendono bellezza e bruttezza materia di un
contendere infinito e vano. Alla parola non viene demandato di
risanare, ma di accogliere la realtà di questa condizione, per
comprendere i confini di quella illimitata adolescenza dentro la
quale si sente imprigionata - insieme ai suoi coetanei - pur
avendo percorso con diligenza tutte le tappe che avrebbero
dovuto portarla , ormai, sull'esempio familiare ricevuto, a quell'
autonomia di vita che accede alla soglia della maturità.
Non voglio tuttavia invitare il lettore a cogliere in queste poesie
un referto sociologico; al contrario, si tratta dell'elaborazione
poetica di una condizione di esistenza. Dobbiamo leggere bene
l'abbandono come presa d'atto di questa condizione, ma non
lasciarci sfuggire la ribellione sotterranea, la conquista di sé
attraverso la parola e l'immaginazione, il giudizio feroce e la
tenerezza amorosa . (...)
Gian Mario Villalta da Poesia contemporanea
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