venerdì 18 settembre 2020

PIANGI PURE...


 

E' per il sollievo che sei vivo....



" C'era una pieve, una chiesa giocattolo di pietra chiara, con una

   piccola croce piantata fra le tegole.

   Scendo dalla macchina, cammino. Voglio arrivare fin lì e fare

   esercizio di umiltà. Cammino spedita. Voglio pregare, con la voce,

   come prescrive mia figlia. Magari mormorando.Oppure gridando.

   Mi inginocchio sul gradino davanti a una porta di legno divelta

   dai cardini, nel bel mezzo di un giardino di rovi. Dico soltanto "

  Dio", come per stabilire un contatto.

  E rimango lì con gli occhi chiusi.La borsetta appoggiata nel 

  fango. Mi sforzo di parlare, ma le frasi non si compongono.

  " Dio " dico di nuovo, " potrebbe finire qui, non credi?"-

   Riprovo:

   " Dio, se prendi lui, prendi anche me".

    Mi risponde il latrato dei cani, in lontananza.

   Mi rialzo a fatica, le ginocchia doloranti per l'umido della notte.

   Mi sento ridicola, falsa. Una vecchia superstiziosa e opportunista.

   " E' lo spavento" mormoro " scusami.

    E mi faccio svelta il segno di croce. Per accomiatarmi.


    Torno alla macchina zoppicando veloce, sporca di fango, con le

    mani graffiate. E vedo un'ombra che mi viene incontro. Il bastone

   che picchia sul selciato, la papalina a proteggere il cranio nudo.

   Vorrei essere abbracciata, abbracciata, ma lui è arrabbiato.

  " Dov'eri finita? "


   Mentre aspettiamo il carro attrezzi ( l' ha chiamato lui con il 

   cellulare ) piango ininterrottamente.


  " Adesso puoi anche smettere. Ti ho perdonata", dice Carlo.

 " E' per il sollievo che sei vivo... che siamo ancora vivi..."

 "  Allora piangi pure ".    



                       Lidia  Ravera   da     Piangi pure



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