Ti penso un po' come una morta…
Torino, 30 Aprile 1908
Amalia,
dedico a te le prime linee dopo parecchi giorni di clausura febbricitante: sono stato pochissimo bene e sono di umore deplorevole. Per fortuna ho pensato poco a te - in questo tempo - ché altrimenti t' avrei pensata male… E' così : la tua immagine, come tutte le cose belle, non trova posto nel mio spirito che quando questo è sereno e buono e favorevole. Da qualche giorno sono invece amaro e cattivo. Per tante cose della vita comune, grandi e piccole, che sono un martirio alla mia sensibilità e un disastro completo per il mio sentimento lirico. Per questo tu e la poesia siete esulate dalla mia anima : ne sono tanto triste !
Domattina ritorno ad Agliè definitivamente: spero di trovare, nella pace canavesana, la mia salute e me stesso. E ti scriverò.
Grazie della tua lettera buona: sono lieto che la tua vita romana sia fin ora immune da episodi spiacevoli. Scrivimi quando ti senti, e quando hai qualche piccola curiosità da parteciparmi. Sai che mi diverto. Hai visto Cena, mi dici. Cerca - ti prego - di sapere se non t'ha irritato l'ultima lettera mia dove richiedevo i miei versi non stimandoli ( e non sono ) fascio sufficiente per l'esordio che desidero…
Come deve apparirti scolorito e lontano " il piccolo amico" da un centro spaventoso come Roma grande. Ma anche tu non guadagni agli occhi miei: la tua figura mi è divenuta estranea come se scomparsa in una tomba o in un labirinto: non so…
Ti penso un po' come una morta, mentre ti bacio
Guido
Guido Gozzano e Amalia Guglielminetti da Lettere d'amore
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