(…) Nelle avventurose vicissitudini nelle quali sono state coinvolte
alcune delle non molte opere di Giorgione, una delle più
singolari riguarda Panofsky,il quale era convinto che il ritratto
di donna anziana, detto La vecchia , fosse opera di Tiziano e
non del pittore di Castelfranco. Non solo perché - a suo dire -
" la preoccupazione di Tiziano nei confronti del potere distruttivo
del tempo si manifesta fin dai primi passi della sua carriera,ma
anche perché " questo quadro è impressionante e quasi
spaventoso".La vecchia si apparenta a Tiziano perché il mondo
di tale artista " si estendeva dall'idillio alla tragedia, dalla
tenerezza alla brutalità, dalla seduzione alla repulsione, dal
sublime al volgare." Al contrario,Giorgione possedeva non solo
tutte le qualità immaginarie necessarie a un grande pittore,
accompagnate da un gusto squisito che rifuggiva dal male e
dalla bruttezza, ma gli mancava la capacità di atterrire. Non vi
è nulla di meno terrificante della sua "Tempesta ". Invece,
osservandole isolate e affiancate, mi è capitato di essere
atterrita di fronte al primo ( La vecchia ) e di essere invasa da
una strana e seducente malinconia di fronte al secondo ( La
tempesta ). In mostra presso l'antico palazzo veneziano a
Santa Maria Formosa è soprattutto " La vecchia", quel volto
che ci tiene a mostrarsi rovinosamente segnato dal tempo, a
far contrasto con la magnificenza degli antichi spazi, e
soprattutto, a minacciarla .(…)
Elisabetta Rasy da Le forme della malinconia
La vecchia ( Giorgione )
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