" Colui che tu accogli, sia per te un dio".
(Tatirya Upanishad )
(..)Oggi, praticare l'ospitalità nei modi in uso presso le popolazioni
seminomadiche del Medioriente,di cui anche l'episodio di Abramo
a Mamre è testimonianza, appare sempre più difficile: un'antica
consuetudine, presente in tutte le culture come dovere sacro, si sta
smarrendo soprattutto in quella che chiamiamo la civiltà
" occidentale". Le cause di tale fenomeno sono certamente
molteplici. Il primo luogo, il declino della prassi dell'ospitalità è
provocato dal carattere consumistico di questa società. Il mercato
di oggi si è impadronito anche dell'ospitalità, strappandola alla
gratuità e facendone un affare commerciale, un business: le
strutture alberghiere e le diverse categorie di alberghi e hotel, di
fatto sono accessibili solo a chi ha possibilità economiche. Se non
si possiede una carta di credito non si può prenotare una stanza
d'albergo. E a pochi passi dagli alberghi più o meno costosi, sulle
panchine dei parchi o sui marciapiedi delle strade, si trovano
sempre più folte schiere dei " senza casa", che si riparano con un
giornale o un cartone. Bisogna inoltre mettere in campo la mutata
tipologia della presenza degli stranieri nelle nostre società. Una
presenza non più sporadica o stagionale, ma consistente, stabile
e - a differenza dei flussi migratori conosciuti a partire dal XIX
secolo - " plurale": gli stranieri giungono tra di noi da paesi,
culture e mondi religiosi distanti da noi e tra di loro. Di
conseguenza, molti degli " autoctoni" si sentono minacciati nella
loro identità culturale e religiosa, oltre che in termini di
occupazione e di sicurezza, così che gli stranieri finiscono con
l'incutere paura. La paura di chi è diverso e il ripudio di forme
culturali, morali, religiose e sociali da noi finiscono per
spingerci sempre più velocemente verso la sfera del " privato",
l'isolamento, la chiusura all'altro, magari mascherati da custodia
della propria identità . (…)
Enzo Bianchi da Ero straniero e mi avete ospitato
Bello il brano e molto bello il testo, che condivido
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