giovedì 29 novembre 2018

LE STANZE DELL'ADDIO ( Presentazione )



"Ho ricominciato a lavorare. In altri luoghi scrivo, succhio gamberi, respiro foglie balsamiche, faccio l'amore, ma una parte di me è qui, sempre qui, impigliata a un filo di ferro o a una paura mai vinta, inchiodata per sempre: il puzzo di brodaglia del carrello del vitto, quello pungente dei disinfettanti, il bip del segnalatore del fine- flebo, la porta che si chiude alle mie spalle quando termina l'ora della visita ".
Così si sente chi di noi vive l'esperienza di una perdita incolmabile: impigliato, inchiodato.
Dalle pagine di questo libro affiora il volto vivissimo di una giovane donna, Giovanna De Angelis, madre di tre figli e di molti libri, editor di professione, che si ammala e muore.
Il suo compagno la cerca, con la speranza irragionevole degli innamorati, attraverso le stanze - dell'ospedale, della casa, dei ricordi - fino a perdersi.
Solo un ragazzo non si sottrae alla fratellanza profonda cui ogni dolore ci chiama e come un Caronte buono gli tende una mano verso la vita che continua a scorrere, che ci chiama in avanti, pronta a rinascere sul ciglio dell'assenza.
L'autore ( il compagno di vita ) dà voce a un addio che sembra continuamente sfuggire al tentativo di essere pronunciato, e scrive un kaddish laicissimo eppure pervaso del mistero che ci unisce a coloro che abbiamo amato.
Per dirci che -attraverso il labirinto al neon degli ospedali e le stanze chiuse del lutto - il filo tracciato da una penna sul foglio bianco è àncora di salvezza, celebrazione commossa della forza vitale delle parole.


                                

2 commenti:

  1. Leggendo, si palesano davanti immagini, colori, odori,... È incredibile come, mentre come una ghigliottina il dolore ti spezza in due, la mente registri particolari insignificanti rispetto a quello che si sta vivendo, un modo per sfuggire altrove, è capitato anche a me la mattina in cui ci è stato dedet che papà era morto, sono uscita e tutto dentro era come al rallentatore, mentre fuori il ritmo era lo stesso...

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  2. E' vero che in alcuni momenti fondamentali della nostra vita, i sensi si acuiscono, perciò si avvertono di più i suoni, le immagini, gli odori in particolare, e queste esperienze porteranno ( anche a distanza di molti anni )
    per sempre questa particolarissima impronta.
    Grazie del commento personale e sentito.

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