SCORRE ?
(…)Non trovo le parole, aiutami.Ogni metro di distanza che prendi,
un lemma scolora dal dizionario e così adesso sono ancora più
preoccupato,perché mi pare gassosa la struttura stessa dei miei
pensieri: quanti metri hai fatto se si ingarbugliano tutti i
complementi e non vado oltre i pronomi,tu, io e poi solo vaghi
ecco, qui, ora ?
Scrivo. Ricapitolo per sommi capi, mi concentro sul senso delle
preposizioni articolate. Perduta nel...perduta nella…
Trema la mano che scrive o il quaderno che le sta sotto? Non
trovo le parole, trema la sfilza dei sedili addosso al muro, il tic
di qualcuno si trasmette di schienale in schienale fino al mio e
di lì alla colonna vertebrale.Da queste parti potresti stare, dietro
una di queste porte per il visitatore occasionale,tutte simili come
figure di carte da bridge o stagioni di Vivaldi, ma tutte diverse e
notte all' esperto, per l'esperto. Basterebbe un indizio, anche
solo la prima sillaba, le prime due lettere per capire quale porta
scegliere. Dove sei? Per venirti a cercare mi serve il nome di
quell'operazione che svolgono su di te dietro una di queste
porte color… non so come definirlo, devo cercare sul dizionario
del telefono : color ottanio, con la maniglia a pulsante
difettosa.Bisogna perfino spingere e insistere per fartici entrare,
quando non è l'infermiere ad affacciarsi e chiamare il tuo nome.
" Amore sei sicura che non mi vuoi lì dentro, con te ? "
A fare, a fare cosa ? Dammi un'etichetta da cercare nella lunga
serie accanto all'ascensore. Non riesco a ricordare il nome di
quella tortura che ha lo scopo di verificare la fluidità, lo
scorrimento di certe irrorazioni, le quali- pare - vadano estratte
con lunghe siringhe speciali, particolarmente dolorose per le
persone magre come te. E' per paura di quell'esame, forse, che
ti sei allontanata? Non credo. Oggi non era in programma e poi
non decide mai per te, il dolore. Credi che io non lo sappia
quanto ti fa male, ma la scorsa volta ho appoggiato l'orecchio
sulla porta di alluminio e plastica, davanti a tutti l'ho fatto, mi
sono inginocchiato nel corridoio senza pudore e ho sentito che
trattenevi grida mordendo un pugno, o forse ti rannicchiavi
nel camice dello specializzando, non so, non potevo vedere, solo
origliare.
E' farina l'aria che mastico prima che tu esca, mentre torno a
sedermi, non so esserti grato di risparmiarmi la scena, né
vergognarmi del sollievo, solo soffrire, soffrire con ,soffrire per.
Aspetto.Più probabile il contrario: non mi hai detto nulla dell'
esame da fare e ti sei infilata di nascosto in una di queste porte
proprio per risparmiarmi la pena. Possibile? O per escludermi,
forse? Non mi ritieni all'altezza, di cosa?
Non importa. Non bisogna capire, bisogna sperare. Sperare che
scorra per il verso giusto quello che deve scorrere dei misteriosi
liquori che conteniamo, limpidi,puri e salutari flussi ramificati
dalla base della schiena a tutti i venti polpastrelli, fino agli
organi necessari.
Se è così, se ti torturano dietro una di queste porte, voglio che
scorra - un così equivoco atteggiamento da esprimere in termini
di volontà,ma non meno in termini di speranza: spero che
scorra ?. Forse in un'altra lingua, forse tu che ti allontani porti
con te la parola giusta per esprimere questo sentimento - ma
intanto io voglio, voglio che in ciascuna delle numerose porte
in cui come in mezzo a due specchi l'ombra di te rimbalza, si
svolga persino soavemente l'esame; poiché sembra che la
difficoltà di prelievo del tessuto sia di per sé una sorta di
responso o comunque un indizio negativo. Si capisce subito da
quel che tira l'ago d'acciaio se nei nostri circuiti si aggira uno
sgorbio, uno scarabocchio, una grafia psicotica,un borgorigmo,
una tavola etrusca, un codice cifrato, una sconclusionata sfilza
di 01 informatici, un grappolo di martelli Olivetti intrappolati
alla rinfusa nei pressi del foglio.Ma se la macchina è inceppata,
non sarà sufficiente individuare l'intrico? Non sarà dare un
nome il primo passo?
Sono le parole che cerco in te, dentro di te, ancora una volta.
(…)
Yari Selvetella da Le stanze dell'addio
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