" Amor de morir y burlar de morir..." ( G. Lorca )
(...) Il finale ( del libro ) lo dedico ad un poeta che ha conosciuto
Eros di faccia e non di profilo.Mi sembra la giusta conclusione
di un libro che ha per titolo quel verso di Saffo che tutti ci
riguarda e tutti ci ha coinvolti.
Morì fucilato una mattina d'agosto del 1936 a Fuente Grande,
dalle parti di Granada. Non sono molti che oggi leggono le sue
canzoni, le sue ballate, il suo Cante Jondo e il suo Romancero
Gitano . E' stato un buon poeta, dicono con l'aria di un
riconoscimento dovuto ad una poetica già fuori dal tempo, ad
appena settant'anni dalla sua morte. Io non voglio qui smentire
questa sufficienza data a denti stretti, dal bordo di un secolo
ancora assai scarso di poesia. Non voglio discutere se Federico
Garcia Lorca sia stato un grande poeta.
Voglio solo dire che la sua è stata l'ultima, autentica
testimonianza della potenza, della tenerezza, del languore, della
malinconia, della lussuria e del sentimento di morte, di Eros
" torbido, spietato, arso di demenza".
La poesia di tutti i tempi e in tutto il mondo ha celebrato il
sentimento amoroso filtrandolo con l'ideale, purificandolo con
la memoria, brandendolo a simbolo di bellezza e di purezza, ma
quelli che si sono abbandonati alla furia delle sue carezze e
della sue pena, sono pochi e sta in questo la loro grandezza.
Saffo, coronata di viole, ha reso questa testimonianza. E
Shakespeare, Baudelaire, Beethoven, Chopin.
Lorca viene per ultimo e chiude questo esiguo corteo.
Non faccio confronti fra loro: sarebbe ridicolo oltre che
impossibile. Eros ha celebrato le sue epifanie attraverso la loro
fantasia e le loro passioni. Le ha messe a durissima prova
perché non si torna indenni da quelle esperienze, ma si ottiene
il dono di esprimere poesia al più alto livello che ciascuno può
raggiungere.
Gli istinti sono natura, e anche Eros, il loro principe, è natura.
" Natura naturante", diceva Spinoza, natura in divenire, natura
trasgressiva. Non è dunque un caso se l'esiguo corteo si apre
e si chiude con due omosessuali. Si potrebbe aggiungere
Auden e la sfilata sarebbe completa. (...)
Eugenio Scalfari da Scuote l'anima mia Eros
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