lunedì 8 maggio 2017
ABBANDONARE PER REALIZZARE IL PROPRIO DESTINO 2
(...) Essere abbandonati da piccoli: affidati al caso piuttosto che
alle cure di persone amorevoli. Buttati via, praticamente.
E' un evento così possibile e così terribile, che viene
rappresentato in tutte le mitologie e poi - liberatoriamente -
elaborato in modo che da esso scaturisca qualcosa di grande e
di creativo. E' logico che poi i miti trascurino l'abbandono tra
uomo e donna: una volta " curato" l'abbandono primario,
quello genitore - figlio, qualunque altro tipo di abbandono
diventa sopportabile, addirittura poco significativo... se non
assente del tutto.
Divinità, eroi e semidei non abbandonano per capriccio,
stanchezza o amore per un'altra persona. Abbandonano per
seguire il proprio destino. Lo fanno Osiride e Ulisse, che
partono per viaggi che durano anni : Osiride ha il compito di
civilizzare il resto del mondo così come ha civilizzato l' Egitto;
Ulisse deve vincere la guerra contro Troia. E le loro
compagne?. Li aspettano, pazientemente. Ulisse, nel corso del
suo lungo errare, abbandona anche altre donne. Per esempio
Circe, che certo agisce sotto minaccia quando accetta di
restituire ai compagni di Ulisse sembianze umane, ma
curiosamente poi fa molto di più, qualcosa che non le era stato
né estorto né richiesto : concede un vento favorevole al greco
che salpa, e gli dà anche le indicazioni giuste per raggiungere
il regno degli Inferi.
A volte il distacco è definitivo, non è previsto un ritorno, ma
ugualmente avviene senza traumi da parte della compagna
abbandonata, e in nome di un destino.
Mahavira, figura predominante della religione jainista, dopo
essersi sposato e aver avuto un figlio, decide di diventare un
asceta ( la causa che scatena questa trasformazione è la morte
dei genitori: è importante sottolinearlo, è una forma di
abbandono ). Si libera dunque di tutti i suoi averi e lascia la
moglie e il figlio. La moglie non cerca di trattenerlo, anzi lo
comprende e Mahavira diventa un monaco errante. I suoi
insegnamenti costituiranno la base della religione jainista.(...)
Susanna Schimperna da Abbandonati e contenti
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