martedì 14 febbraio 2017
UNA DONNA SPEZZATA 3
3 Marzo
(...) Ci siamo! Mi hanno mandata dallo psichiatra, mi hanno fatto
riprendere le forze, per poi assestarmi il colpo definitivo.
E' come quei medici nazisti che rianimavano le vittime per
poter ricominciare a torturarle. Gli ho gridato : " Nazista,
carnefice!". Aveva un'aria accasciata, sembrava che il realtà
fosse lui la vittima. E' arrivato addirittura a dirmi: - Monique,
abbi un po' di pietà! - Mi ha di nuovo spiegato, con mille
cautele, che la coabitazione non ci portava alcun vantaggio,
che lui non sarebbe andato ad installarsi da Noellie, no,
avrebbe preso un appartamentino. Ciò non ci avrebbe
impedito di vederci, e anche di passare insieme una parte delle
vacanze. Ho detto di no, ho gridato, l'ho insultato. Questa
volta non ha detto che rinunciava alla sua idea.
Che fandonia, la loro ergoterapia! Ho subito piantato quel
lavoro idiota. Penso al racconto di Poe: le pareti di ferro che
si avvicinano e il pendolo a forma di scure che oscilla sopra
il mio cuore. In certi momenti si ferma, ma non s'allontana
mai. Ormai non è più che a qualche centimetro dalla mia
pelle . (...)
Simone de Beauvoir da Una donna spezzata
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