giovedì 9 febbraio 2017
LETTERA DI FREUD A JUNG 3 GENNAIO 1913
Vienna, 3 gennaio 1913
(...) Stimato Signor Presidente, Caro Dottore,
della Sua lettera precedente posso rispondere esaurientemente
soltanto a un punto. Il Suo presupposto che io tratti i miei
allievi come dei pazienti non è pertinente e lo si può dimostrare
E' cosa convenuta, tra noi analisti, che nessuno debba
vergognarsi per quanto ha di nevrotico. Ma chi, pur
comportandosi in modo anormale, non la smette di gridare che
è normale, risveglia il sospetto che gli manchi la coscienza
della propria malattia. Le propongo dunque di cessare
completamente i nostri rapporti privati. Io non ci perdo nulla,
perché ero legato ormai da lungo tempo a Lei soltanto dal filo
sottile di delusioni provate che continuavano ad avere il loro
effetto, mentre Lei non può che guadagnarci, dato che
ultimamente, a Monaco, ha confessato che un rapporto intimo
con un uomo ha un effetto di inibizione sulla Sua attività
scientifica. Noi concordiamo su un punto: che l'uomo deve
subordinare i propri sentimenti personali agli interessi
generali dell'ambito in cui agisce. Lei dunque non troverà mai
motivo di lamentarsi di una mancanza di correttezza da parte
mia, quando si tratti di lavoro comune e di perseguire scopi
scientifici. Posso ben dire che non ne avrò motivo in futuro,
come non l'ho mai avuto finora. D'altro canto mi è lecito
attendere la stessa cosa da parte Sua.
La saluto,
Suo devoto Freud (...)
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