lunedì 19 dicembre 2016
OSCAR WILDE ( Per sempre tuo ) 4
(...) Ma alla conclusione di tutto sta il fatto che sono costretto a
perdonarti. Devo farlo. Non scrivo questa lettera per far
nascere amarezza nel tuo cuore, ma per eliminarla dal mio.
Devo perdonare per il mio bene. Non si può nutrire sempre
una serpe in seno, né alzarsi ogni notte a seminare spine nel
giardino della propria anima. Non mi sarà difficile farlo, se mi
aiuti un po'. Ho sempre prontamente perdonato qualsiasi cosa
che tu mi abbia fatto nei tempi passati. Allora non te ne
giovasti. Solo coloro la cui vita è senza macchia possono
perdonare il peccato. Ma ora, che giaccio nella disgrazia e
nell'umiliazione, è diverso. Il mio perdono dovrebbe
significare moltissimo per te, ora. Che succeda presto o tardi,
tra poco o mai, la mia strada è chiara di fronte a me. E non
posso permetterti di vivere portando nel cuore il peso di aver
rovinato un uomo come me. Il pensiero potrebbe renderti
duramente indifferente, o morbosamente triste. Devi toglierti
il fardello e caricarlo sulle mie spalle. Devo dire a me stesso
che né tu, né tuo padre, moltiplicati mille volte, avreste mai
potuto rovinare un uomo come me, che io ho rovinato me
stesso e che nessuno, per grande o piccolo che sia può essere
rovinato se non per sua stessa mano.
Naturalmente so che - da un certo punto di vista - le cose
saranno più difficili per me che per gli altri. Devono esserlo,
per la natura stessa del mio caso. I poveri ladri, o emarginati
che sono detenuti qui, sono per molti versi più fortunati di me.
Il tratto di grigia città o di verde campo che è stato testimone
del loro peccato, è piccolo; per trovare chi non sa nulla di
ciò che hanno commesso non devono andare più in là di
quanto volerebbe un uccellino tra il crepuscolo prima dell'
alba e l'alba stessa. Ma per me " il mondo è ridotto a un palmo
di larghezza" e ovunque mi giro, il mio nome è scritto sulle
pietre a piombo. Perché sono passato - non dall' oscurità
alla breve notorietà del crimine, ma da una sorta di eternità
della fama a un'eternità dell'infamia, e talvolta mi sembra di
aver mostrato - in caso fosse stato necessario - che tra la
fama e l'infamia c'è un solo passo, e forse ancor meno. (...)
Oscar Wilde da Per sempre tuo
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