(…) Non so più quando sono morto. Ho sempre pensato di essere
morto da vecchio, verso i novant'anni - e che anni - e che il mio
corpo stesse a provarlo, dalla testa ai piedi. Ma questa sera,
solo nel mio letto gelato,sento che diventerò ancora più vecchio
di quel giorno, di quella notte, che il cielo con tutte le sue luci
mi cadde addosso, lo stesso cielo che avevo guardato tanto, da
quando erravo sulla terra lontana.Perché questa sera ho troppo
paura per ascoltarmi imputridire, per aspettare le grandi
cascate rosse del cuore, le torsioni dell'intestino cieco senza
sbocco, per aspettare che si adempiano nella mia testa i lunghi
assassini, l'assalto ai pilastri incrollabili, l'amore con i
cadaveri. Mi racconterò dunque una storia, proverò a
raccontarmi un'altra storia ancora, per cercare di calmarmi, e
in questa storia sento che sarò vecchio, vecchio, più vecchio
ancora del giorno che caddi - gridando aiuto - e che l'aiuto
venne. (…)
Samuel Beckett da Il calmante
( Cees Nooteboom da Tumbas )
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