(…) Jet lag è il termine comunemente usato per indicare il
malessere fisico e psicologico conseguente ai viaggi trans-
oceanici o transcontinentali, con attraversamento veloce di
molti meridiani. Giunti a destinazione, se si sono attraversati
più di 3 o 4 fusi orari in maniera più o meno intensa, tutti
soffrono di jet lag. Ci si risveglia nel cuore della notte e si ha
difficoltà a mantenere alti i livelli di attenzione e vigilanza
durante il giorno. Il jet lag persiste due o tre giorni se si
viaggia verso Ovest ( dall' Europa agli Stati Uniti ) e può
durare anche più di una settimana se si viaggia verso Est
( dall' Europa al Giappone ). Il disturbo è legato al fatto che,
allungando o accorciando la giornata biologica, si crea un
dissincronismo tra il ritmo sonno- veglia e l'oscillazione
circadiana della temperatura corporea, la quale continua ad
oscillare ogni 24 ore esatte. Come conseguenza di questo
dissincronismo, la temperatura corporea può aumentare,
anziché diminuire, nel cuore della notte, favorendo l'
interruzione precoce del sonno,o diminuire, anziché aumentare
nel corso del mattino, favorendo stanchezza e sonnolenza
mattutina. Il malessere fisico e psicologico provocato dal jet
lag persiste fino a quando ritmo sonno- veglia non tornano ad
allinearsi in modo fisiologico.
I viaggi intercontinentali sono sopportati meglio dai nottambuli
e dalle persone giovani; creano maggiori difficoltà alle persone
anziane e mattiniere. ( A proposito …)
Henry Kissinger - nelle sue memorie - racconta una storia
divertente:dovendo incontrare Breznev e Gromyko al Cremlino,
si spostò in aereo da Washington a Mosca la notte precedente
l'incontro. Il colloquio con i suoi astuti interlocutori avvenne
il mattino seguente, nel momento peggiore della sua giornata
biologica. La sua performance diplomatica fu catastrofica, la
peggiore della sua brillante carriera. Capiva in ritardo il
significato delle proposte dei suoi interlocutori e rispondeva in
modo confuso e impreciso. Frustrato dalla sua pessima
prestazione, giurò a se stesso che non avrebbe più commesso
l'errore di trasferirsi in un luogo distante molti meridiani dalla
sua capitale alla vigilia di un incontro diplomatico importante.
(…)
Elio Lugaresi da Il sonno e i suoi disturbi
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