Sarò sbucciata e dolce ai denti...
cucchiaio nel sonno, il corpo
raccoglie la notte. Si alzano sciami
sepolti nel petto, stendono
ali. Quanti animali migrano in noi
passandoci il cuore, sostando
nella piega dell'anca, tra i rami
delle costole, quanti
vorrebbero non essere noi,
non restare impigliati tra i nostri
contorni di umani.
***
un colpo di fucile
e torni a respirare. Muso a terra
senza sangue sparso.
Cose guardate con la coda
di un occhio che frana,
mentre l'altro è già sommerso, e tutto
si allontana. Gli alberi
si piegano su un fianco,
perdono la voce in ogni foglia
che impara dagli uccelli
e per pochi istanti vola.
***
dopo la mietitura
si affacciano allo specchio
con i nodi e le doppie
strade sforbiciate, e molta luce
entra a mulinare
nel petto come
tra i raggi di una bici.
***
darò minimi baci di sutura
verserò saliva a ogni giuntura
sarò sbucciata e dolce ai denti.
Ogni mattina ti coglierò un pugno
di fiori dal selciato.
Per te avrò aghi sempreverdi
e sboccerò ogni inverno per bruciarmi.
***
sulla riva deserta una donna
lentamente avanza oltre la sponda
fino a coprirsi le labbra nel freddo
di un lenzuolo che si apre
al dimenarsi dei piedi.
Oltre la superficie
una mano scende
a toccarle la nuca. Un attimo
e la corrente si ferma, si rischiara.
Franca Mancinelli Testo inedito
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