mercoledì 31 luglio 2019
MEZZOGIORNO DI VUOTO 4
(…) Il vuoto di questa società è un vero vuoto culturale, cioè di
significato. Lo svuotamento operato è sul perché delle cose e
delle azioni, o meglio, è una tale polverizzazione dei motivi
che il singolo individuo spesso preferisce non parlarne più
piuttosto che rischiare il marchio infamante dell'arretratezza.
Per chi invece non fosse disposto ad accettare di non parlarne
più, la soluzione c'è. Il vuoto si riempie di fantasmi. Fantasmi
di lotte per una giustizia, per una umanità, per una convivenza
libera, per una democrazia, per la conquista di un determinato
tipo di vita. Ombre di significato che nell'esperienza dei
singoli e dei gruppi non reggono al minimo urto, ma nell'
immagine che la società dà di se stessa, vengono ricostruite e
alimentate.
Il vuoto non potrebbe sussistere se si definisse come vuoto.
Nessuno lavorerebbe, lotterebbe, se domani tutti i giornali di
tutto il mondo stampassero la notizia che i Capi di Stato, i
grandi industriali, i militari,le centrali del potere dell'intero
avessero dichiarato che dietro la facciata della loro
burocrazia e degli incentivi ideologici non c'è nulla. Nessun
motivo, nessuna spinta di quelle che nella Storia hanno
mobilitato le masse, o forse solo una spinta molto circoscritta
e brutale: la sopraffazione.
Ma questo non è un motivo di vita, bensì solo una legge
elementare di selezione della vita che non è più umana. E'
comunque un vuoto di significato, è comunque un'assenza di
cultura. Ma se questa pazzesca dichiarazione venisse fatta, la
reazione sarebbe di un cinismo dilagante, di una ribellione
totale: " Abbiamo aderito a un vuoto, ci hanno fatto lottare
inutilmente, ci hanno fatto morire per niente ".
E così tutti coloro che avessero fatto quella dichiarazione
avrebbero vinto . (…)
Lion Vela & Dora Demàs da Mezzogiorno di vuoto
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