Ancora non sai che il tuo nome
sarà pieno di luce
il primo battito d'ecografo
per una donna sterile.
E anche adesso che non sei
mi viene quasi da chiamarti
quando mi accarezzo la pancia
come se ci fossero già le tue mani
da afferrare, il tuo respiro da aspettare.
Tu non sarai mai carne
e questo nome che ti chiama in un soffio
resterà preghiera.
***
Tu non hai mai avuto
paura del buio, e vai in discesa
fino al centro della mia pancia
fino ad incontrare la morte
che mi porto addosso.
Da lì sembro quasi un albero
di quelli che si vedono dal treno
soli in mezzo ai campi
che non fanno ombra a nessuno.
***
Vorrei avere le parole
quelle giuste
per dire che da quando ci sei tu
le ginestre fioriscono in ottobre
per dire le tue mani
sul mio corpo
che oggi nasco, e muoio
e sono ginestra, e sono in canto
della pioggia alla finestra.
Vorrei avere le parole
quelle giuste
di quelle che si lasciano dietro l'orecchio
per ascoltare quando si va a dormire.
***
E quando dicono il nome di un'altra
e la chiamano madre
è un lento cadere di capelli
trovarmi senza nulla
che sappia farmi donna.
Chi lo dice non sa
quanto pesano le braccia in sala parto
quando un treno manca la corsa
e resti a guardare le macchine
e nessuno ti raccoglie.
***
Se tutto dovesse concludersi per me
nell'essere madre di bambini sognati, e di uno
piccolo, nato senza respiro, allora
le rose saranno le mie figlie
e gli argini del fiume e l'odore
della pioggia di maggio, le ginestre
sulle rotonde a dire
che anche un cespuglio può essere giallo
dentro una città e anche tutti i nomi
che non dirò mai in qualche modo
sono esistiti.
Anna Paradisi da Ciò che resta della notte
non avevo ancora avuto tempo di leggere.
RispondiEliminamolto toccanti.
parole anche sofferte, ma insieme fiorite, luminose.
grazie e ciao
Perdere un figlio è sempre un'esperienza drammatica, che segna la vita. In questo testo tuttavia, insieme a un'indicibile dolore, c 'è una memoria che rimane scritta nel cuore in modo indelebile , insieme alla speranza nella continuità della vita " anche tutti i nomi che non dirò mai , in qualche modo sono esistiti...".
RispondiEliminaPoesie sofferte sì, ma luminose...