Gustave Doré - Virgilio e Dante nel IX Girone dell'Inferno
DANTE TRA GLI AMANTI
(" Quand'io intesi quell'anime ofense
china' il viso e tanto il tenni basso,
fin che 'l poeta mi disse : " Che pense? ".
Quando rispuosi, cominciai : " Oh lasso,
quanti dolci pensier, quanto disio
menò costoro al doloroso passo! " )
( Inferno V , 109 - 114 )
Si muove tra loro come una spia
che non conosce i peccati,
li osserva con sguardo d'uomo.
Da qui muove la sua pietà.
Non giudica ma porta amore.
Dove si smarrisce la ragione, vince il perdono.
Sebbene Dante sappia che un Dio lassù
ha dannato queste anime per la bruciante lussuria,
non rinuncia alla compassione per
la loro sofferenza. Sa che devono
pagare lo scotto. Languidi abbracci
li hanno portati fin qui. Questa nuvola di polvere
li frusta senza tregua lungo giorni
e notti d'inferno infiniti.
Di tutti i modi diabolici
di punire può essere il migliore
che chi cataloga le colpe possa punirle.
Ma Dante non freme, non si eccita
per il giusto, dolce finale. Dio tiene il libro mastro
che sgomenta il suo cuore di uomo.
Sviene per la pena, atterrato
dalla sua arte passionale.
***
NUOTANDO CON DANTE
( " Ma ficca li occhi a valle, ché s'approccia
la riviera del sangue in la qual bolle
qual che per violenza in altrui noccia "
Or ci movemmo con la scorta fida
lungo la proda del bollor vermiglio
dove i bolliti faceano alte strida " ).
( Inferno XII , 100 - 102 )
Conosco questo fiume, il fiume della rabbia.
Vi sono entrata una volta o due, forse più volte.
Bruciavano i miei piedi. Lasciai la sponda
della salute e dell'amore a guado delle acque
per immergermi in torti che non potevo raddrizzare,
per cospirare in guerre violente che non avrei combattuto,
per bollire un po' nel sangue, mio e degli altri.
E' piacevole la rabbia, è una gabbia
che rende l'anima schiava dei suoi capricci.
E quando in lei ti smarrisci, tutto lo zolfo
dell'inferno non ti salverà. Nessun centauro
in soccorso ( come al fortunato Dante ). Per sempre
stretto tra desiderio e desiderio,
nuoti finché di nuovo la follia ti abbandona.
***
IL MONITO DI DANTE
( " O voi che siete in piccioletta barca,
desiderosi d'ascoltar, seguiti
dietro al mio legno che cantando varca,
tornate a riveder li vostri liti :
non vi mettete in pelago , ché forse,
perdendo me, rimarreste smarriti " ).
( Paradiso II , 1-6 )
E' mai possibile, avendoci spinti così lontano
che tu ci rimandi nuovamente a casa? Nessuna stella
a guidarci, nessuna rima o verso per spingerci
nel cammino? Alla fine, alle porte del Paradiso,
ci dici che non siamo pronti per seguirti,
che il pane degli angeli non è il nostro pane?
Anche se non così istruiti, noi abbiamo fame.
Siamo affamati come filosofi. Affamati come te.
In realtà, se siamo piccoli, abbiamo maggior bisogno
di vedere le verità che il destino non ci ha permesso
di scorgere con lo studio. Non ha forse predicato
Gesù che solo i bambini possono sperare di raggiungere
il Paradiso che ci dici non possiamo possedere?
Dimenticalo. Non ti lasceremo solo.
Angela Alaimo ' O Donnel da Dear Dante ( Silloge apparsa sulla rivista Italian Poetry Review, 2023 ) Trad. di S. Barsella e B. Nacci.
Nessun commento:
Posta un commento