" Fra le tante opportunità' del viaggio, c'è quella che prima o poi si fa ritorno... Ed è proprio questa certezza che dà senso al nostro andare, che lo circoscrive e lo definisce." frida
Non ricordo chi ha detto che non è importante la meta in un viaggio, ma il percorso e credo sia vero, se si vive pienamente si scopre che è importante anche il ritorno, l'apprezzare ciò che ci aspetta o chi abbiamo lasciato, credo che viaggiare sia l'esperienza più ricca che si possa fare...
E' vero: il viaggio apre la nostra mente, arricchendola, portandoci contemporaneamente e paradossalmente " fuori" e " dentro" noi stessi. Ma ho imparato che la certezza del ritorno dà un senso ai nostro viaggiare ( basti pensare a chi sa di non poter più ritornare nella propria casa e nel proprio Paese...La letteratura è piena di questi casi . E da questo dobbiamo imparare ).
"chi sa di non poter più ritornare" non sta viaggiando, sta fuggendo, non è equiparabile a chi viaggerebbe sempre facendo casa temporanea di ogni scoperta. Lo vorrei un giorno, chissà se sarà mai possibile, troppe congiunture dovrebbero darsi appuntamento, e neanche so bene dove.
La cosa bella e sorprendente che ho scoperto viaggiando, non sono state solo le straordinarie bellezze che ho potuto ammirare nei vari Paesi , ma anche ( e soprattutto ) aver scoperto molto di me, aspetti che non avrei diversamente forse mai conosciuto. Per esempio ho capito quanto io ( che mi ritenevo fragile) sappia essere resistente alla fatica e quanto ( pur essendo emotiva ) sappia rimanere lucida nelle situazioni di difficoltà. Sì perchè il viaggio, insieme a tanti fattoti positivi, comporta anche alcuni imprevisti che possono mettere alla prova le persone sia fisicamente che dal punto di vista emotivo.
Non ricordo chi ha detto che non è importante la meta in un viaggio, ma il percorso e credo sia vero, se si vive pienamente si scopre che è importante anche il ritorno, l'apprezzare ciò che ci aspetta o chi abbiamo lasciato, credo che viaggiare sia l'esperienza più ricca che si possa fare...
RispondiEliminaE' vero: il viaggio apre la nostra mente, arricchendola, portandoci contemporaneamente e paradossalmente " fuori" e " dentro" noi stessi.
RispondiEliminaMa ho imparato che la certezza del ritorno dà un senso ai nostro viaggiare ( basti pensare a chi sa di non poter più ritornare nella propria casa e nel proprio Paese...La letteratura è piena di questi casi . E da questo dobbiamo imparare ).
si, è vero. bisogna anche imparare a saper ritornare... non come la fine di un qualcosa di bello ma come parte del viaggio chiamato vita...
Elimina"chi sa di non poter più ritornare" non sta viaggiando, sta fuggendo, non è equiparabile a chi viaggerebbe sempre facendo casa temporanea di ogni scoperta. Lo vorrei un giorno, chissà se sarà mai possibile, troppe congiunture dovrebbero darsi appuntamento, e neanche so bene dove.
RispondiEliminaLa cosa bella e sorprendente che ho scoperto viaggiando, non sono state solo le straordinarie bellezze che ho potuto ammirare nei vari Paesi , ma anche ( e soprattutto ) aver scoperto molto di me, aspetti che non avrei diversamente forse mai conosciuto. Per esempio ho capito quanto io ( che mi ritenevo fragile) sappia essere resistente alla fatica e
RispondiEliminaquanto ( pur essendo emotiva ) sappia rimanere lucida nelle situazioni di difficoltà. Sì perchè il viaggio, insieme a tanti fattoti positivi, comporta anche alcuni imprevisti che possono mettere alla prova le persone sia fisicamente che dal punto di vista emotivo.