lunedì 11 novembre 2024

ANNIVERSARIO D' AUTORE

 


                                                                   Non possiamo lamentarci...



Nasceva l '11  Novembre 1929 - in Baviera - Hans Enzensberger, poeta, traduttore editore e autore. Scrisse sia in inglese che in tedesco e pubblicò più di cinque volumi di poesie, tra cui raccolte per bambini. Molte delle sue composizioni hanno un tono sarcastico e ironico su argomenti  riguardanti questioni economiche e di classe. Il poeta Charles Simic elogiò la vasta portata della sua scrittura in questo modo : " Hans Enzensberger ha la più vasta gamma di argomenti e impiega una grande varietà di stili, ma quasi tutte le sue poesie, siano esse liriche, drammatiche o narrative hanno una qualità polemica ".




BLUES  DI UNA CLASSE CONFUSA


Non possiamo lamentarci.

Abbiamo da fare.

Siamo sazi.

Mangiamo.


Cresce l'erba,

il prodotto sociale,

l' unghia delle dita,

il passato.


Le strade sono vuote.

Le chiusure sono perfette.

Le sirene tacciono.

Questo passa.


 I  morti hanno fatto il loro

testamento.

La pioggia è cessata.

La guerra non è stata

dichiarata.

Questo non è urgente.


Noi mangiamo l'erba.

Noi mangiamo il prodotto

sociale.

Noi mangiamo le unghie.

Noi mangiamo il passato.


Non abbiamo nulla da

nascondere.

Non abbiamo nulla da

perdere.

 Non abbiamo nulla da dire.

Abbiamo.


L ' orologio è caricato.

La vita è regolata.

I piatti sono lavati. 

L ' ultimo autobus sta passando.


E' vuoto.


Non possiamo lamentarci.


Cosa aspettiamo ancora ?



                                              ***


DIVISIONE  DEL  LAVORO


 Che la stragrande

maggioranza

della stragrande maggioranza

non capisca pressoché nulla,

per es. poesia, diritti d' opzione,

numeri pseudoprimi,

e mettici perfino

i massimi sistemi -

 è più che comprensibile.


La stragrande maggioranza

ha tutt ' altre preoccupazioni;

imperturbabile si tiene

ai figli e alle mutue,

letto soldi pop sport,

 a tutto ciò di cui la minima

minoranza

non vuole sapere nulla.


Dove andremo a finire

coi nostri cervellini

se tutti pensassero su tutto ?


Solo di quando in quando,

in certe interminabili sere,

un' occhiata dall' altra parte,

alla finestra illuminata

dove vivono altri,

e la vaga sensazione

di essersi persi qualcosa.



                                                      ***


PRIMA  LE COSE  DA  FARE


 In fondo non abbiamo niente

da obiettare

a purgatorio, reincarnazione,

paradiso.

Se così dev' essere, prego!

Al momento tuttavia

abbiamo altre priorità.


Dalla toilette del gatto, del

conto in banca

e delle insostenibili condizioni

del mondo

dobbiamo assolutamente

occuparci,

già a prescindere da internet

e dalle notizie sul livello delle

acque.


 Certe volte non sappiamo più

dove a forza di problemi

sbattere la testa

intanto c'è sempre qualcuno

che muore,

e di continuo qualcuno che

nasce.


Non si arriva mai sul serio

a fare delle riflessioni

sulla propria immortalità.

Prima bisogna gettare un 

occhio

all' agenda, alle scadenze.




               Hans  Magnus  Enzensberger   da   Più leggeri dell' aria . Trad. di A.M. Carpi



6 commenti:

  1. Certo è vero, finchè accendiamo il pc, nel tepore di casa, leggendo righe che stimolano la riflessione e cullano la passione creando un'onda di tempo che ci accarezza lento...
    "non possiamo lamentarci"

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  2. Il sarcasmo dell' autore è evidente e richiama inevitabilmente alla mente tutta la miseria di cui è impastato tre quarti di mondo. Sarà un' impressione dettata dal pessimismo, o una previsione degna di Cassandra, ma credo che questa decadenza - una volta toccato il fondo - si sfracellerà contro qualcosa che non so prevedere. E' sempre stato così nella Storia, con la differenza che - a questo punto - lo sfacelo sarà globale e definitivo.

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  3. Non è del tutto nelle mie corde, però il ritmo è "ballabile" 🙃

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  4. Vedi che effetti tra i più disparati produce la poesia sulle persone ? E poi dicono che...

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  5. Ho letto "La furia della caducità": devo rileggerlo.

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  6. MI fa piacere che queste poesie ti abbiano dato lo spunto per rileggere " La furia della caducità ". Libro di poesie impegnativo.
    Ne posto qui una ( fra le più " semplici" )

    IN MEMORIAM

    Dunque, per quanto concerne gli anni Settanta,
    me la sbrigo in due parole.
    Il servizio informazioni dava sempre occupato.
    La miracolosa moltiplicazione dei pani
    si limitò a Dusseldorf e dintorni.
    La notizia spaventosa corse su nastro,
    venne registrata e archiviata.

    Senza opporre resistenza - tutto sommato -
    gli anni Settanta si sono ingozzati
    e gli è andata di traverso;
    nessuna garanzia per i posteri,
    turchi e disoccupati.
    Che qualcuno li ricordi con indulgenza,
    sarebbe pretendere troppo.






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