Non possiamo lamentarci...
Nasceva l '11 Novembre 1929 - in Baviera - Hans Enzensberger, poeta, traduttore editore e autore. Scrisse sia in inglese che in tedesco e pubblicò più di cinque volumi di poesie, tra cui raccolte per bambini. Molte delle sue composizioni hanno un tono sarcastico e ironico su argomenti riguardanti questioni economiche e di classe. Il poeta Charles Simic elogiò la vasta portata della sua scrittura in questo modo : " Hans Enzensberger ha la più vasta gamma di argomenti e impiega una grande varietà di stili, ma quasi tutte le sue poesie, siano esse liriche, drammatiche o narrative hanno una qualità polemica ".
BLUES DI UNA CLASSE CONFUSA
Non possiamo lamentarci.
Abbiamo da fare.
Siamo sazi.
Mangiamo.
Cresce l'erba,
il prodotto sociale,
l' unghia delle dita,
il passato.
Le strade sono vuote.
Le chiusure sono perfette.
Le sirene tacciono.
Questo passa.
I morti hanno fatto il loro
testamento.
La pioggia è cessata.
La guerra non è stata
dichiarata.
Questo non è urgente.
Noi mangiamo l'erba.
Noi mangiamo il prodotto
sociale.
Noi mangiamo le unghie.
Noi mangiamo il passato.
Non abbiamo nulla da
nascondere.
Non abbiamo nulla da
perdere.
Non abbiamo nulla da dire.
Abbiamo.
L ' orologio è caricato.
La vita è regolata.
I piatti sono lavati.
L ' ultimo autobus sta passando.
E' vuoto.
Non possiamo lamentarci.
Cosa aspettiamo ancora ?
***
DIVISIONE DEL LAVORO
Che la stragrande
maggioranza
della stragrande maggioranza
non capisca pressoché nulla,
per es. poesia, diritti d' opzione,
numeri pseudoprimi,
e mettici perfino
i massimi sistemi -
è più che comprensibile.
La stragrande maggioranza
ha tutt ' altre preoccupazioni;
imperturbabile si tiene
ai figli e alle mutue,
letto soldi pop sport,
a tutto ciò di cui la minima
minoranza
non vuole sapere nulla.
Dove andremo a finire
coi nostri cervellini
se tutti pensassero su tutto ?
Solo di quando in quando,
in certe interminabili sere,
un' occhiata dall' altra parte,
alla finestra illuminata
dove vivono altri,
e la vaga sensazione
di essersi persi qualcosa.
***
PRIMA LE COSE DA FARE
In fondo non abbiamo niente
da obiettare
a purgatorio, reincarnazione,
paradiso.
Se così dev' essere, prego!
Al momento tuttavia
abbiamo altre priorità.
Dalla toilette del gatto, del
conto in banca
e delle insostenibili condizioni
del mondo
dobbiamo assolutamente
occuparci,
già a prescindere da internet
e dalle notizie sul livello delle
acque.
Certe volte non sappiamo più
dove a forza di problemi
sbattere la testa
intanto c'è sempre qualcuno
che muore,
e di continuo qualcuno che
nasce.
Non si arriva mai sul serio
a fare delle riflessioni
sulla propria immortalità.
Prima bisogna gettare un
occhio
all' agenda, alle scadenze.
Hans Magnus Enzensberger da Più leggeri dell' aria . Trad. di A.M. Carpi
Certo è vero, finchè accendiamo il pc, nel tepore di casa, leggendo righe che stimolano la riflessione e cullano la passione creando un'onda di tempo che ci accarezza lento...
RispondiElimina"non possiamo lamentarci"
Il sarcasmo dell' autore è evidente e richiama inevitabilmente alla mente tutta la miseria di cui è impastato tre quarti di mondo. Sarà un' impressione dettata dal pessimismo, o una previsione degna di Cassandra, ma credo che questa decadenza - una volta toccato il fondo - si sfracellerà contro qualcosa che non so prevedere. E' sempre stato così nella Storia, con la differenza che - a questo punto - lo sfacelo sarà globale e definitivo.
RispondiEliminaNon è del tutto nelle mie corde, però il ritmo è "ballabile" 🙃
RispondiEliminaVedi che effetti tra i più disparati produce la poesia sulle persone ? E poi dicono che...
RispondiEliminaHo letto "La furia della caducità": devo rileggerlo.
RispondiEliminaMI fa piacere che queste poesie ti abbiano dato lo spunto per rileggere " La furia della caducità ". Libro di poesie impegnativo.
RispondiEliminaNe posto qui una ( fra le più " semplici" )
IN MEMORIAM
Dunque, per quanto concerne gli anni Settanta,
me la sbrigo in due parole.
Il servizio informazioni dava sempre occupato.
La miracolosa moltiplicazione dei pani
si limitò a Dusseldorf e dintorni.
La notizia spaventosa corse su nastro,
venne registrata e archiviata.
Senza opporre resistenza - tutto sommato -
gli anni Settanta si sono ingozzati
e gli è andata di traverso;
nessuna garanzia per i posteri,
turchi e disoccupati.
Che qualcuno li ricordi con indulgenza,
sarebbe pretendere troppo.