Intanto mutando in gara infinita - intravista e perduta - la vita.
Questo nuovo libro di Paolo Ruffilli, per esplicita dichiarazione dell' autore " vuole porsi come opera unitaria ", che è " l' esito di una lunga elaborazione di un lavoro più che quarantennale ". " Le cose del mondo " rappresenta quindi un progetto al quale il peta è rimasto fedele : " L' idea è legata a un mio desiderio, a una mia precisa necessità, e cioè quella di perlustrare il concreto mondo in cui si è venuta muovendo la mia esperienza, in un gioco continuo di rimandi e rispondenze tra l' Io e la realtà esterna attraverso la pratica del linguaggio." Così scrive Ruffilli nella nota che apre la raccolta, così che noi potremo trovare qui una precisa chiave di lettura.
NELL' ATTO DI PARTIRE
Nel porsi in viaggio, prese le distanze
e tutte le misure per quello che si può,
considerato l' angolo di fuga, l' impulso
di deriva andante dentro il vuoto...
la curva sghemba della deiezione,
lo scarto imprecisato del destino.
All' imprevisto che è legato al moto,
la ragione ha posto antidoto
di linee rette : orari, termini, binari.
Contro i rischi dell' ignoto.
***
E' proprio andando che si capisce
qual è il rovesciamento di ogni prospettiva.
Perché, restando fermi, sfuggiva in pieno
che è una questione del tutto relativa.
Avanti e indietro... qui e là...più o meno,
ma sui riferimenti sempre circostanti.
E' il movimento a darci in dote la speranza
mettendo in relazione noi stessi con le cose
e fa presenti a un tratto le ignote e le distanti,
rendendo le vicine subito vacanti.
***
Di corsa, inseguendo se stessi,
la propria figura smarrita,
pensandoci in fondo lasciati
soltanto un pochino più indietro.
E andando lanciati in avanti
metro su metro, in questo
spreco di sé nel mondo fuggendo,
intanto mutando in gara infinita
- intravista e perduta - la vita.
***
LE COSE
Le persone muoiono e restano le cose
solide e impassibili nelle loro pose
nel loro ingombro stabile che pare
non soffrire affatto contrazione dentro casa
perché nell' occuparlo non cedono lo spazio
vaganti come mine, ma nel lungo andare
il tempo le consuma senza strazio
solo che necessita di molto per disfarle
e farne pezzi e polvere, alla fine.
***
IL VENTO DELLA VITA
Oltre l' evidenza che segna nel distacco
e fuori dall' abbaglio che ruba luce
nascondendo agli occhi il fondo,
dentro il sistema di molteplici raccordi
passaggi, corridoi, varchi e porte
l' enigma si disvela nel linguaggio :
le cose vive hanno radici lunghe
che pescano sempre nelle cose morte.
Ciò che rinasce puro si trasforma,
prolungandosi, nella speranza del futuro
ed ecco che di colpo il vento della vita
soffia infilandosi da vagabondo
in giro dappertutto per il mondo.
Paolo Ruffilli da Le cose del mondo (1978- 2019 )