mercoledì 25 settembre 2024

POESIE DI ANNELISE

 


                                          Ti svegliavi di soprassalto, in un sogno d'inganno...






TI SVEGLIAVI DI SOPRASSALTO


Ti svegliavi di soprassalto, in un sogno d'inganno.

Nell' ufficio contabile al piano di sopra,

la donna delle pulizie spostava i mobili con discrezione,

quasi un marito che si raschi la gola in bagno.

Fuori la città si spostava a fatica : il coro dei clacson

ricordava il lamento di un uccello ferito;

tu, boccia nell' ultimo residuo di slancio,

rotolavi nella parte vuota del letto. E quando uscivi

percorrevi ogni giorno la stessa strada, a forma di coltello.


                                da   "  Aria di cerimonia "



                                           ***


GIUGNO


La spiga lentamente matura attorno agli occhi,

attesa dal laccio aperto dei sopraccigli.

Sotto, l'espressione la rende ondulata

come una Q romana incisa su una tabella di marmo.

Le palpebre, simili a petali, s'intrappolano

nel mazzo prima di cadere. Sulla fronte

si profilano le scale consunte di un palazzo.

Le guance conservano le tracce di un rematore

spiritoso. Ma le labbra sono a secco sulla spiaggia,

si sta scrostando la vernice. Nelle insenature

del naso il vento soffia, il paesaggio tutto

s'incupisce, si rabbuiano i capelli, sul collo

restano i segni degli anelli stretti.

Solo per le pupille è estate.


                             da   "  Mesi "



                                               ***


CHI VARCA QUESTA PORTA


Chi varca questa porta

è reciso dalla terra

come i fiori che porta.

Qui riposa un uomo senza terra.


L' isola ha il colore

del ferro quando invecchia,

delle efelidi, piccole primavere

e il sapore del sangue in bocca.


Qui le maree placheranno

la tua sete. Il tiepido vento

gli asciugherà il sudore. Frusceranno

i rami quando il sole sarà spento.


Sulla lapide picchieranno come baci

le pigne tonde cadute dai cipressi.

Gli uccelli sosteranno sulla croce.

E noi non saremo più gli stessi.


               da     " Chi varca questa porta e altre poesie "



                                             ***


UN MANTELLO DI TELA GROSSA


Un mantello di tela grossa

più grande di tante misure.

Io v'inciampo dentro per starti al passo,

e mentre mi rialzo ti ho già perso.

Qualche volta ti fermi in un cespuglio,

e se mi avvicino, gridi : " Vattene! ".

Non ho il tempo di spiarti

né di guardare oltre il bosco,

né il coraggio di chiederti

dove mai siamo diretti.

So soltanto che per me

il tuo passo è troppo svelto.

Perché ti vengo appresso ?

E' la tua porpora polverosa che mi attira.


                         da    " Lettera in forma di sonetto "



                                              ***


E' ARRIVATA LA SIGNORA


E' arrivata la signora, ma la chiave

le sfugge due volte giù dal muro,

e cadendo produce un tintinnìo sonoro.

Come nella fiaba di Perrault, a te, Isabella

Morra, era proibito usare solo una chiave,

penetrare solo in una certa stanza,

pena: il sangue. Invece schiudesti l'amore.

Lei - nella fiaba - fu salvata dai fratelli;

tu, in loro, dai nomi shakespeariani,

trovasti i tuoi guardiani efferati.

Invocavi il padre, il suo cavallo o battello,

ma lui non ti aiutò. Non accorse, non

usò da messo il polverone degli zoccoli ferrati.

Mai capisti che era lui il tuo Barbablù.


                       da   " Astri e sassi "



5 commenti:

  1. "Giugno" ritrae con immagini dense e suggestive il contrasto tra il corpo e l'anima. Mentre il volto invecchia e si segna come una statua consunta dal tempo, le pupille, uniche testimoni di vitalità, mantengono l'estate dentro di sé. La poesia evoca l'inevitabile passare del tempo e il suo impatto fisico, ma suggerisce anche che lo spirito può ancora brillare, nonostante i segni dell'usura esterna. Un ritratto affascinante del dualismo tra la caducità del corpo e la persistenza interiore. Saluti!

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  2. E' la dualità che noi tutti sperimentiamo - a entità diverse a seconda del tempo trascorso - e che in qualche modo non finisce mai di sorprenderci perché l' aspetto fisico e l' età mentale e psicologica spesso non vanno di pari passo. Quante volte abbiamo sentito questa o frasi simili: " Ma io questi anni non me li sento! ". E certo può accadere, con i progressi fatti negli ultimi decenni dalla Medicina. Ma mai come oggi rimanere giovani nell' aspetto è diventato una sorta di imperativo categorico, fonte di nuove nevrosi ( sulle quali ci sarebbe molto da dire! ).
    Saluti a te!

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  3. nell'ufficio contabile rotolo tuttora.
    ma ruzzolo e capriolo ovunque :)
    grazie e lieto giorno

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