Paesaggio giapponese in primavera
I Waka , poesia giapponese di cinque versi costituiti da trentun sillabe, sono rondini, e sono - per loro natura - " primaverili " : un trillo, un volo rapido e radente, a sezionare il ventre del vento. Natura solubile, quella di queste poesie : leggi e la parola svanisce, tra sibillini sibili. L' immagine - spesso di precisione al diamante - corre il rischio di sembrare leggera - in verità, avvelena il corpo, avvinghiandolo in una rete di reticenze e di lumi sotto il velo. I Waka erano praticati un tempo dai samurai, per affinare l'estro, e dai monaci, per rasentare l'illuminazione. Ne hanno scritto poi dame martoriate da amori infelici e imperatori in esilio, immalinconiti nel rendersi conto della vanità del potere. In pochi tratti sorge un paesaggio, è stipulata una vendetta, si spalanca l'abisso dell' Io. Queste poesie, che recano in sé l'azzardo delle imprese marziali, venivano impresse su paraventi, ideate durante le competizioni letterarie bandite dall' Imperatore, e sono piene di dettagli della vita comune: un albero, la luna, l' amore e l'attesa, l'odio e i capelli, la vecchiaia... La meraviglia della poesia giapponese è che trae materia dall' effimero per farne eternità plenaria. Il fiore, il lago, il vento e gli elementi della natura diventano così entità metafisiche.
Waka di AUTORI DIVERSI , nel susseguirsi del Tempo :
Giorno cupo: nei campi
si va a raccogliere il grano.
Cerco riparo sotto un tetto
ma la paura, come sempre, è vana:
la manica è già pregna di pioggia.
( 626 - 672 )
***
Lunga è la coda del fagiano
che si torce in volo:
ancora più lunga
è questa notte infinita -
ma ho scelto la solitudine.
( 662 - 710 )
***
Sento il singulto del cervo
mentre cammino su foglie d' acero :
è lontano, sul fianco della montagna -
il vento soffia ovunque ed è triste
affidarsi all' autunno.
( VIII - IX sec )
***
Amore slaccia il tuo pensare,
fa' del volere un labirinto...
Sono come un disegno
su una stoffa di Michinoku :
tutto è ancora informe.
( 822 - 895 )
***
Luna satura di notte,
scorgo nell' alba d' autunno
mentre attendo il tuo noto passo,
mi hai promesso:
" Verrò da te" .
( 844 - 910 )
***
Odio la luna fredda e ostile
che scintilla al mattino;
nulla è più triste che restare
soli mentre l'alba proclama
la giovinezza del giorno.
( 889 - 948 )
***
Amare le donne
è la mia condanna :
potessi apprezzare
gli uomini - loro
li odio soltanto.
( 910- 966 )
***
Dimoro nella solitudine
alieno agli uomini : per questo
dobbiamo sodalizzare
caro ciliegio di montagna -
non ho altro amico che te .
( 1055 - 1355 )
***
Dubito della sua costanza
non sopporto la mia debolezza :
nodi tra i pensieri
nodi tra i neri capelli - mi torturo
gli importerà di me?
( XII sec )
***
Non posso nascondere
l' orrore per la vecchiaia :
un giorno il filo si spezzerà,
sparse le perle sul pavimento -
il tempo non si contrasta.
Per essere giapponesi, in effetti, sono piuttosto esplicite nei sentimenti
RispondiEliminaBeh, mi sembra una gradita sorpresa ! Mi sto dedicando volentieri a questi studi perché sto imparando parecchio...
EliminaCiao Frida. Ti ho riletto con molto piacere. Davvero complimenti!
RispondiEliminaBen trovato, Giuseppe! Da quanto tempo mancavano i tuoi commenti su questo blog... Ho dato un' occhiata a quello che scrivi e ho intravisto cose interessanti : ci tornerò con più calma...
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