sabato 11 luglio 2020
LETTERE A CLIZIA 2
3 Settembre 1933
(...) Mia cara Irma,
fra un giorno e mezzo non ci sarai più - e io mi metterò ad
attenderti per un anno, e in quest'anno mi stillerò il cervello
per vedere quel ch'è possibile fare perchè il destino non ci
voglia male e il numero 15 sia il numero 15 davvero.
Non ti posso scrivere a lungo, oggi: sono sfinito dall'insonnia.
Ieri sera siamo stati per la prima volta insieme al Piazzale.Non
dimenticherò mai quel ritorno tra scale, acque e terrazze. Mi
sentivo ubriaco,e non di quel fiasco a triplo fondo - cara Irma -
ma di te e della tua presenza. E dopo... quando si è stati così
felici, almeno per un'ora si può fare ancora qualcosa per essere
riconoscenti alla sorte e per cercare di vincere le difficoltà.
Ti prego di scrivermi a lungo da bordo, e poi ancora più a
lungo appena giunta a New York. E mandami al più presto una
serie di tue fotografie, e magari le negative, in modo che io
possa fare un ingrandimento di quella che troverò più viva.
E poi... bisogna pensare al... " case with four solutions".
Deve essere possibile fare qualche cosa. Tra pochi mesi parlerò
anche l'inglese, con molti errori , ma con una trabocchevole
quantità di parole.
Dearest Irma, imparo oggi quel che vuol dire morire.
Tuo sempre
Arsenius
Eugenio Montale da Lettere a Clizia
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