sabato 11 luglio 2020
LETTERE A CLIZIA 1
23 Agosto 1933
(...) Mia cara Irma,
se ubbidissi al mio istinto, ti scriverei tutti i giorni, anche
essendo - come sono - un cattivo epistolografo. Ma questa
enorme città mi porta via tutto il tempo e alla sera non trovo
né la pace necessaria né una penna decente. Sono costretto a
scriverti " con un'altra calligrafia !".
Sono contento che ti rivedrò tra pochi giorni - ma rattristato
dalla tua prossima partenza -. Dovrò passare un altro inverno
imbecille a Firenze, senza essere neppure certo di rivederti la
prossima estate.
Per di più - mia cara Irma - tu non mi vuoi neppure a Genova,
e credi di aver sbagliato in the beginning!
Ma quele errore? Quello di farti semplicemente conoscere?
E non riuscirò a farti sentire quello che sei diventata per me
in pochi giorni, e quello che resterai per me se vorrai?
Dearest Irma, se arrivo a Firenze e non trovo l' Annalena,
lasciami un biglietto al Vieusseux col tuo indirizzo, in modo
che ti possa telegrafare.
Ma meglio se ti troverò di persona e se potremo tornare
insieme subito a S. Ruffillo.
Col più caro ricordo
Tuo
A. (...)
Eugenio Montale da Lettere a Clizia
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