Benedici la tregua della vita, che concede respiro e riposo…
(…) Tu sei il Signore dell'autunno. Proprio perché sei il Dio di tutti
i tempi e di tutte le stagioni, ciascuna può prenderti per sé e
sentirti come suo.
Tu sei il Signore dell'autunno: del sole he affoga dolcemente
nella nebbia, dei contorni che sfumano, delle foglie che cadono
e fanno - in terra - un tappeto per i passi dei vecchi. Tu sei il
Signore dei vecchi e di tutte le cose che declinano perché sei il
Signore dei giovani e di tutte le cose che rinascono.
Sei il Signore del granello che marcisce e - sotto la neve -
attende il sole di marzo, di aprile, di maggio; attende il verde
e l'oro e il dente duro della macina; e presagisce la farina
morbida, la fragranza del forno, la letizia delle mense.
Tutto questo è l'autunno: tu sei il Dio di tutto questo.
L'autunno è una breve primavera, prima del gran riposo.
La terra torna verde, prima del grigio della nebbia, prima del
bianco della neve. In questo rapido sorriso di erbe e di fiori, tu
ti affacci - tra nuvola e nuvola - e benedici il verde, e benedici
la stanchezza. Non benedici la morte perché la morte vive, al di
sotto del gelo, e testimonia la resurrezione. Tu benedici solo il
sonno, questo languore, questo sopore, quest'oblìo che sta tra
vita e vita e che noi chiamiamo morte.Tu non benedici la morte,
benedici la tregua della vita, che concede respiro e riposo.
Il sole ci aveva sfiancati, resi febbrosi: ora la nebbia ci plasma,
ci fa rientrare in noi. Le finestre aperte sono come finestre
chiuse: non offrono visioni, ma solo tende di grigio.
E' tempo di chiuderle e di riscoprire la casa.
Tu sei il Dio della casa, che abita in ogni stanza, che ci viene
incontro da ogni porta, da ogni corridoio, da ogni scala. Ci
insegni che - per trovarti - non occorre fare chilometri: basta
sedersi e attenderti, ché tu sei lì. Dappertutto sei lì.
E la casa si dilata a misura del mondo, si fa presagio della vita
eterna, il luogo del rifugio e del riposo, il luogo dell'incontro
con te.
Tutti i luoghi sono i luoghi dell'incontro e, proprio perché sei il
Dio di tutti i luoghi, ciascuno può prenderti per sé e può
sentirti come suo. Tu sei il Dio della casa, del fuoco acceso,
delle castagne calde, della pioggia che scende e piange sopra
i vetri. (…)
Adriana Zarri da Quasi una preghiera
Diversi i passaggi che mi hanno colpito, ma quest'ultimo ancora di più "tutti i luoghi sono i luoghi dell'incontro", un'altra chiave preziosa
RispondiEliminaBisogna crederci.
RispondiEliminaAvere occhi per vedere e orecchie per sentire.
E bisogna sapersi spogliare di sé ( almeno q.b.- quanto basta - secondo le ricette di cucina )per ri-trovarsi attraverso l' Altro.