sabato 15 settembre 2018

IL GUSTO DELL'AUTUNNO 2



(…)Tu, Signore, conosci la teologia meglio di me e non hai bisogno
      che ti racconti " la fuga immobile" di Gregorio di Nissa,là dove
      parla - appunto - dell'inesauribilità della visione che è sempre
      compiuta eppure sempre ricomincia perché non può dar fondo
      alla tua infinità.Così,l'esaudimento e la promessa si incrociano,
      l'arrivo e la partenza, la gioia di approdare e la gioia di partire
     - due gioie che noi, qui sulla terra, viviamo quasi sempre
      disgiunte - nel tuo regno coincidono.Ma siccome il tuo regno si
      compie di là,ma comincia di qua, anche noi, qui sulla terra - se
      viviamo di fede - cominciamo a intravedere e a vivere questa
      coincidenza di cui ci parla il tramonto e l'autunno: gustare il
      frutto e seminare il nocciolo che è inizio di un altro frutto.
      Facci vivere - Signore - l'appagamento del riposo e l'alacrità 
      del nuovo inizio; dacci la gioia di distenderci, per la sosta
      notturna, già protetti nel nuovo giorno; e l'oggi sia il preludio
      del domani. Ma dacci di pregustare il domani senza svuotare
      l'oggi - come spesso facciamo - proiettandoci fuori da noi
      stessi. Perché è solo vivendo appieno l'oggi che possiamo
      giungere ad un domani che sia un frutto maturo da portare sul
      tavolo e gustare, nella pienezza della dedizione al presente.
      Il presente - Signore - è l'unico tempo che ci appartiene; eppure
      il presente è il frutto maturo del passato e il seme germinante
      del futuro; e non si può vivere il presente soltanto. Si vive il
      fiume del tempo e della vita, così come tu gradualmente ce lo
      dai: onda per onda nella sua globalità.
      Facci amare - Signore - questo tempo d'autunno, che ha il suo
      omologo nell'ora del tramonto: questo autunno che è
      conclusione, ma non fine; questo tramonto che è compimento,
      ma non termine; questo fiume perenne della vita che è il fiume
      perenne del tuo amore.  (…)


                   Adriana  Zarri    da      Quasi una preghiera

2 commenti:

  1. Molto bella, mi viene da dire "amen", "sia così", ed è significativa la precisazione che "il tuo regno si compie di là ma comincia di qua", una chiave da non perdere

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  2. Ma è molto bella anche questa visione dell'autunno ( metafora di una stagione di vita ) che considera la dolcezza dei frutti maturati al sole di tutto un anno ; e che si apre alla speranza perché ( anche nell'inverno che inevitabilmente seguirà ), i semi dormono sotto la neve nella prospettiva di un nuovo risveglio.
    Dalla morte ( apparente ) ri- nasce la vita.
    E non lo dice forse anche il Vangelo che " il seme deve morire perché possa portare frutto? "
    Fra metafore poetiche e Sacra Scrittura, il discorso è lo stesso.
    Grazie a te per l'intervento.

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