Cena in Emmaus di Rembrandt
(…) In pochi tratti, quasi in bilico fra l'ombra e la luce, Rembrandt
ci fa guardare alla resurrezione come a un possibile:non a una
mitica cancellazione della morte, ma a qualcosa che resta, una
piccola brace di vita che arde anche nella notte. Quel Cristo
che scivola fuori dal buio, lasciando sul tavolo il pane e la
parola condivisi, quel Cristo può essere ancora fonte di vita e
di senso. La sua sparizione, l'assenza di ogni Dio sulla terra,
sono forse i segni con cui ci dobbiamo confrontare per
decifrare i racconti evangelici. Forse è in questo vuoto di ogni
Dio, nelle tenebre rischiarate appena da qualche bagliore, che
possiamo metterci in cerca del senso ultimo della " buona
notizia": il pane e la parola da condividere, la giustizia da
perseguire, la benevolenza in cui avvolgere il mondo.
Pur nella loro radicata diversità, la Salita al Calvario e la
Cena in Emmaus , ritraggono qualcosa che si ritira: la croce
in Bruegel, la figura del risorto in Rembrandt.
Ma nel loro venir meno non perdono la loro forza, ma ne
acquistano una nuova . (…)
Gabriella Caramore e Maurizio Ciampa da Croce e Resurrezione
Mi colpisce sempre come Rembrandt usa la luce e il buio...
RispondiElimina