giovedì 26 luglio 2018

AMORE E VIOLENZA 1

 
 
 
" Chi è nell'errore, compensa con la violenza ciò che gli manca in verità e forza " ( W. Goethe )


(…) Il dominio dell'uomo sulla donna si distingue da tutti gli altri
       rapporti storici di potere per le sue implicazioni profonde e
      contraddittorie. Innanzitutto, la confusione fra amore e
      violenza: siamo di fronte a un dominio che nasce e si impone
      all'interno di relazioni intime, come la sessualità e la maternità.
      Ci sono parentele insospettabili che molti non riconoscono o
      che preferiscono ignorare. La più antica e la più duratura è
      quella che lega l'amore all'odio, la tenerezza alla rabbia, la
      vita alla morte.Si distrugge per conservare,si uccide per troppo
      amore, si idealizza per l'appartenenza a un gruppo, una
      nazione, una cultura, per differenziarsi da chi ne è fuori, visto
      come nemico. In uno dei suoi saggi più famosi - Il disagio
      della civiltà - Freud, dopo aver descritto Eros e Thanatos,
      amore e morte, come due pulsioni originarie, è costretto a
      riconoscere che sono meno polarizzate di quanto sembri.E dove
      l'intreccio diventa più sorprendente, è proprio nel rapporto con
      l'oggetto d'amore:

    " L'uomo non è una creatura mansueta, bisognosa d'amore,
       capace - al massimo - di difendersi se viene attaccata, ma
       occorre attribuire al suo corredo pulsionale anche una buona
       dose di aggressività. Ne consegue che egli vede nel prossimo
       non soltanto un eventuale aiuto e oggetto sessuale, ma anche
       un invito a sfogare su di lui la propria aggressività, a
       sfruttarne la forza lavorativa senza ricompensarlo,ad abusarne
       sessualmente senza il suo consenso, a sostituirsi a lui nel
       possesso dei suoi beni, a umiliarlo,a farlo soffrire, a torturarlo
       e ad ucciderlo ".

     
Lea Melandri  da  Amore e violenza ( Il fattore molesto della civiltà )

2 commenti:

  1. il pensiero finale è l'esatta descrizione di ciò che accade nel quotidiano, che dovrebbe essere raro, invece...

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  2. Purtroppo - come diceva Freud- l'uomo non è un essere mansueto.
    E pur essendo spesso in disaccordo ( sulle teorie psicoanalitiche e anche per motivi personali - si può trovare una sintesi nel blog sull'argomento ), anche Jung riteneva l'uomo vicino a Dio per certi aspetti, ma sottolineava che lo stesso era capace dei più grandi misfatti ( come la Storia ci dimostra ampiamente).
    Che fare allora?.Dichiararci - come singoli - impotenti di fronte a una realtà ritenuta ineluttabile?
    Ancora Jung invitava a fare perno sull'individuo per un'educazione e un controllo delle pulsioni aggressive, al fine di migliorare la vita stessa delle persone e quella della collettività.
    Grazie per l'intervento.

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