Il tempo, forse, o il suo battito dentro il cuore...
Alberto Bertoni è nato a Modena, luogo in cui nelle " Lettere stagionali " si contempla la trasfigurazione metafisica ( con quel nominarne solo la M*** iniziale, omaggio dichiarato al modo che Antonio Delfini - poeta che scrisse il solo " Poesie della fine del mondo "- aveva di indicare la città di Modena, specificandola così come entità esistenziale.)
M ***, Dicembre
Penso che forse sei
a parlare con la mia ombra
da un telefono muto in piena notte
o con il gatto anche lui dimenticato
per l' inverno in qualche angolo più caldo.
Penso che strano
svegliarmi con una vera tua
telefonata, alle quattro o dopo
del mattino, non per dirmi
che con ottimo riso alla salsiccia
e Riesling d' Alsazia mi hai nutrito
ma che il tramonto novembrino
ha sciolto i vetri dello studio, per il nostro
sorpreso capolino o perché ghiaccio e fuoco
in te convivono ( benché io, qui... ).
Penso, infine, al ridicolo comfort
dell' alba che non dormi, al tuo ruolo
doppio di madre. E a come
il peso dei nostri corpi
anche oggi è vivo.
***
M ***, Febbraio
Il tempo forse
o il suo battito dentro
il cuore, le vene
vedranno arrugginito
l' apriscatole sul tavolo
brivido aureo che t' imperla
e con te l' ironia dell' ora
in penombra, le feritoie
i tonfi del condominio intorno - fatica
o poco meno a cena, i ruoli
le valvole di sfogo...
Così l' assoluto pallore del volto
la raucedine e sul muro
solo un' astratta resistenza di rami
e persiane a metà, niente più che il fuoco
pallido di un poster, Matisse
a Zurigo, la sua stanza rossa
la neve sulle viole...
***
M ***, Marzo
Le cose dal vero mi fanno paura
mi stanano in crepe o appigli di memoria
Le cose che guardo
scoprendone i nervi
e quelle che sfioro coi denti
come case catturano la luce
per meglio scomporre la grana
perlacea, l' ordito di polvere e foglie
Così mi annienti, se provo
a deliziarti di cronache minute
a dirti come sei viva
in questa mezzanotte di vento
in cui non ammetti nemmeno
la mia ombra alla tua bocca
alle parole che assediano il respiro
Sì e no una voglia
domenicale accende il finale
forse una nuvola resiste
dei pollini allo spigolo del viso.
***
S. GIMIGNANO, Maggio
Non molte prove di verde
nel tuffo al cuore di troppa
Toscana e riservatezza
il colpo secco dei silenzi
un dirci malati di noia e tenerezza
giù, dal buio devoto
d' occhio senza limite
o maestà di chiostri ?
***
M ***, Giugno
In fondo a che velato
deserto dei tuoi occhi
qui dalla mia spalla
soffri la bella palla
di lanugine gialla
( e di fango )
che atterra a fine campo
nel rosso meno opaco
La goccia trema piano
senza coraggio né slancio
come il profilo che l' osserva
non ha luce abbastanza
si sfalda nel paesaggio
d' acacie, pioggia e rose
Ma il bianco più vivo
e studiato del bagno di oggi ? Disperi
lasciando in disparte la brocca
sul trespolo alto
la piega amorevole del corpo.
***
NEW HAVEN, Ottobre
Cigni e gabbiani non sembrano decidersi
sui pochi pesci dello stagno presso il mare
Con virtù più agile
uno scoiattolo li guarda
si specchia, mordicchia, mi ricorda
che il tuo nome porta
lo stesso numero di sillabe del suo
ma che neanche svegliandomi alle cinque
sono stato capace di trovarti
Così ci provo, corteggio
la mia vicina di lettura
e tu - crudele - fai scattare la sirena
dell' allarme antincendio in biblioteca
insomma, questo sole del Connecticut
prolungo alla tua notte
dico dormi, ti prego
con i miei mille baci nell' orecchio.
Alberto Bertoni da Lettere stagionali
malinconica ironia.
RispondiEliminagiorno lieto di piccoli sparsi baci
Veramente è così.
RispondiEliminaL' ironia, che è anche la caratteristica tua più precipua.
Grazie dei piccoli e sparsi baci : passerò a raccoglierli.
ce n'è qualcuno ironicamente impigliato fra i rami più alti :)
Eliminalieto giorno
Non c'è problema: prendo una scala...
RispondiEliminaBuona serata.
brava :)
Eliminalieto giorno