venerdì 10 gennaio 2020
LETTERA APERTA A UN APPRENDISTA STREGONE 2
(…) Ma sul rapporto di coppia si sono versati non fiumi, ma oceani
d'inchiostro - e anch'io ho dato il mio piccolo contributo all'
inondazione, ragion per cui non mi soffermerei più di tanto su
questa tematica, affascinante, ma inflazionata. C'è un solo
aspetto del rapporto di coppia, anomalo ma così frequente da
rappresentare la regola,che vale la pena di sottolineare,perchè
riguarda da vicino il nostro discorso sul " bisogno dell'altro ".
E' che questo bisogno è così vitale che sopravvive alla sua
soddisfazione. Mi spiego: se per ciascuno dei due componenti
della coppia " l'altro " è il partner, la " comunione " di due
individui dovrebbe in teoria rappresentare la soluzione, l'esito,
il punto di arrivo. Invece succede che anche la coppia, abbia
un " vitale bisogno dell'altro". Un ulteriore " altro".
Un momento: non sto rispolverando il classico " triangolo" di
tanta letteratura e di tanta cronaca, rosa e/o nera. Si sa che
secondo una certa cultura borghese, che ha trovato la sua
apoteosi nel teatro " boulevardier " ( chiamato così perché
aveva per centro i boulevards di Parigi, n.d.r ), la coppia
prevede e di fatto comporta tre componenti ( lui, lei e l'altra, o
viceversa ). Ma anche sul " triangolo " si è già detto tutto,
sicchè non è sulla presenza o sull'entrata in scena di un terzo
che la psicologia del profondo ha ancora qualcosa da dire.
Quando un elemento nuovo interviene a turbare un sistema più
o meno armonioso e ordinato, è naturale che rimescoli le
carte e riapra i giochi: narratori e drammaturghi sanno bene
che una vicenda nasce solo e sempre quando in una situazione
statica, " normale" viene introdotto - come un sasso gettato in
uno stagno - un elemento di disturbo non contemplato in quel
sistema, che ne viene , appunto, sconvolto o quanto meno
scombussolato. (…)
Aldo Carotenuto da Lettera aperta a un apprendista stregone
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